La chiesa di San Filippo Neri nelle carte d'archivio

Visite Pastorali

Visite Pastorali

Gli atti delle visite pastorali, nel passato ripartite in Relazioni, Atti e Decreti, Inventari, Scrutinium Clericorum, sono tra le fonti archivistiche più consultate in quanto significative testimonianze della fondazione, dell’evoluzione e delle trasformazioni dei luoghi di culto e delle realtà ecclesiastiche, religiose, comunitarie e pastorali ad essi afferenti.

Per quanto riguarda la chiesa di San Filippo Neri, la visita pastorale di Mons. Pietro Girolamo Caravadossi (1728-1746), fatta il 30 luglio 1729, fu la prima effettuata presso l’edificio, consacrato solo da pochi anni (19 ottobre 1721) dal  predecessore Mons. Radicati. Rappresenta, quindi, un’importante documentazione della chiesa appena costruita, che viene descritta “così vaga che meriterebbe un elogio ben particolare, ma per non offendere la modestia di questi Padri, si dirà solo che ha tutt’all’intorno le ferriate con ornamenti di ottone, che nel mezzo del volto vi è la cupola ben maestosa, che sul pavimento vi sono in bell’ordine molti banchi tutti uniformi, che nell’ingresso vi è una gran bussola in cima della quale et al di dentro della chiesa vi è a caratteri d’oro l’iscrizione dell’anno e giorno in cui fu fatta la consecrazione monsignor Radicati già vescovo di questa città”.

Nella stessa visita l’altare maggiore viene descritto “ornato di gradini di bosco intagliato con una vernice bianca e frisi dorati con piedestalli uniformi, più due colonne parimenti con vernice nera o sia oscura e co frisi anche d’oro e sostengono una machina di bosco ornata all’istessa maniera quale serve per baldacchino. Ornano quest’altare due angioli in atto di adorazione verso una statua della Vergine Immacolata esistente nel mezzo dell’altare con gli angioli da canto del color della scalinata; nel rimanente questo altare è tutto ben tenuto; dall’una e dall’altra parte vi sono due nicchie che si chiudono con vitriata con entro le statue di  Gesù alla colonna  e della Beata Vergine Addolorata”.  Viene  inoltre consegnato al vescovo l’inventario dei paramenti e l’elenco completo delle reliquie che, ben 100 anni prima, erano state donate a padre Giacinto Natta da Massimiliano I Principe di Baviera, e che, con la costruzione della nuova chiesa, vengono poste nell’altare di S.Filippo, descritto nella relazione della stessa visita “provvisto di incona di detto Santo assai bella, e sotto questa si conservano le reliquie di questa chiesa; resta ornato di una gran macchina di stucco bianco e nero a foggia di marmo”.

 Nella relazione della visita pastorale di monsignor Ignazio Dalla Chiesa (1746-1758) redatta nel 1752, viene descritta in modo puntuale la visita alla chiesa e in particolare l’altare maggiore, il quale risulta essere stato modificato rispetto alla visita pastorale precedente, con una nuova struttura in marmo, definita molto elegante,  la cui descrizione corrisponde all’altare presente ancora oggi in chiesa. Il progetto è attribuito alla bottega dei Pellagatta e realizzato nel 1749: “Visitavit idem altare, quod tutum ex marmoreis lapidibus varii coloris constat tribus circiter abhinc annis perfectum, atque ab eodem Domino antistite Sacro munitum Oleo, cuius Tabernaculum serico albo intus circumvestitum tam ante, quam retro clauditur. Hoc Beatissimae Mariae Virgini in Coelum Assumptae dicatum est, pro icone eiusdem Beatissimae Mariae Virginis simulacrum conspicitur in loculo marmore circumvestito, tum columnae duae ex marmore pariter et varia circum ornamenta elegantis recentisque structurae”.

Negli inventari redatti per la visita viene inserita una “Memoria ai Padri dell’Oratorio per la ricognizione più facile delle loro reliquie”, un “Catalogo delle Reliquie” in italiano, un “Catalogus omnium Sanctarum Reliquiarum quae venerantur in Eclesia Oratorii” in latino, un elenco delle “Indulgenze perpetue concesse alla chiesa dell’Oratorio”, una “Nota dei nomi delle reliquie contenute nelle autentiche de’ Principi di Baviera” corredata di indice in ordine alfabetico e il “Catalogo delle reliquie autentiche de Santi et Sante, portate nella città di Casale, et collocate in diverse chiese dal Molto Reverendo Padre Frà Giacinto da Casale” stampato dal vescovo Tullio del Carretto nel 1614.

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