Il rinnovato rapporto tra arte e liturgia negli anni del Concilio
Chiesa della Beata Vergine Immacolata
Chiesa della Beata Vergine Immacolata
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Progettata all’inizio degli anni Sessanta dall’architetto Giuseppe Pizzigoni, la chiesa di Longuelo è innovativa per il suo aspetto. La forma a tenda – interpretazione plastica di Gv 1,14 – è il risultato dell’aggregazione di quattro volumi in cemento armato, staticamente autonomi, ciascuno retto da cinque volte sottili in cemento armato.
La struttura è complessa: di queste cinque volte, infatti, quattro hanno una doppia curvatura, mentre la quinta copre i nodi centrali e nel loro complesso disegnano una tensostruttura che richiama l’immagine biblica della tenda. Una forma dettata “più da una volontà che da un’esigenza funzionale”. Pizzigoni immagina un edificio le cui “pareti piuttosto che fare da involucro ad un contenitore generano veramente lo spazio interno, sentito, proposto, nel senso di spazio interiore, nel senso di spazio spirituale”. Nella sua relazione tecnica Pino Pizzigoni fornisce le migliori chiavi interpretative per entrare nella chiesa che ha progettato: la luce che posandosi sui cementi li accarezza, li modella e ne rivela il carattere scabro e morbido ad un tempo; la volontà creatrice dell’architetto che ha generato “una composizione spaziale di valori artistici e spirituali”; la plasticità, quasi ardimentosa, delle forme che crea uno spazio organico e dinamico, che coinvolge la sensibilità di chi vi entra.
È possibile rintracciare tre fasi decorative. La prima è contestuale all’edificazione della chiesa ed è diretta da Pizzigoni stesso che coinvolge due giovani artisti bergamaschi: Dietelmo Pievani e Claudio Nani, cui affida la realizzazione dell’icona mariana e del tabernacolo. La seconda è da collocare negli anni Novanta del Novecento e vede la posa in opera del portale e delle quattro grandi vetrate, realizzati su progetto di Mino Marra. Nei primi anni Duemila, corrispondenti alla terza fase, viene completato l’arredo liturgico della chiesa con la realizzazione del fonte battesimale e dei confessionali, progettati da Attilio Pizzigoni, figlio di Pino. Nella chiesa della Beata Vergine Immacolata di Longuelo struttura, forma e simbolo, armonizzandosi, quasi fondendosi, danno vita ad un episodio architettonico unico, definito a più riprese un “oggetto sfida” (Walter Barbero), in cui linguaggio costruttivo e codice simbolico, risultano fondamentalmente unitari. Sotto la tenda di Pizzigoni funzione e significato si integrano e generano un edificio sacro del tutto pregnante.
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