ARTI E LITURGIA NELLE NUOVE CHIESE DELLA DIOCESI DI BERGAMO

Il rinnovato rapporto tra arte e liturgia negli anni del Concilio

Il rinnovato rapporto tra arte e liturgia negli anni del Concilio

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Gli anni del Concilio hanno trovato la diocesi di Bergamo già attiva sotto il profilo di un rinnovamento dell’estetica liturgica.

Il Tempio Votivo (chiesa di santa Lucia) precede di molti anni gli sviluppi conciliari, ma respira già nell’aria del rinnovamento, che agisce in questo caso riprendendo modelli antichi, quasi paleocristiani, mediati dalla visione della scuola Beato Angelico di cui il vescovo Bernareggi è uno dei fondatori.

La chiesa di Longuelo e di sant’Antonio sono più squisitamente postconciliari, anche per la loro relativa audacia architettonica.

La grande chiesa ipogea del seminario, concepita prima del concilio ma costruita negli anni della sua conclusione e applicazione, è già il manifesto spaziale del nuovo spirito teologico e liturgico.

Rispetto al Tempio votivo, questi nuovi modelli di chiesa si presentano con una evidente parsimonia iconografica, piuttosto concentrate a concepire lo spazio e i luoghi del rito; le poche opere che vi sono introdotte hanno un intento primariamente liturgico, e non illustrativo.

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