ARTI E LITURGIA NELLE NUOVE CHIESE DELLA DIOCESI DI BERGAMO
Arte, architettura, liturgia: quale relazione?
Arte, architettura, liturgia: quale relazione?
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Una serie di chiese, di poco posteriori, sembrano reintrodurre con meno reticenza un dispiegamento iconografico che per molto resta piuttosto sorvegliato.
L’arte viene chiamata in causa anzitutto per imprimere forza simbolica agli elementi fondamentali del rito -altare, ambone, battistero, sede (e anche il tabernacolo: questione sui generis)-, per poi essere espressione tematica di un particolare tema iconografico: una bellissima -e quasi sironiana- via crucis nella chiesa di san Pio X alla Celadina; una meditazione sulla pasqua con Arcabas alla chiesa di Nazareth a Torre de’ Roveri.
Ma ci sono anche casi -come a Redona- di chiese di tradizione, seppur relativamente recente, adeguate anche artisticamente con opere di artisti ‘contemporanei’ e con un progetto iconografico che si stacca e si caratterizza rispetto dei decoratori della prima metà del secolo scorso.
In almeno due casi il rapporto con l’architettura è direttamente mediato dall’architetto, che con gli artisti concepisce ab initio le opere in relazione allo spazio. Ma il rapporto arte, architettura, liturgia comprende anche la questione dell’interpretazione biblico/teologica da cui il lavoro artistico e le immagini possono scaturire. Il caso di Arcabas a Torre de’ Roveri è esemplare.
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