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ARTI E LITURGIA NELLE NUOVE CHIESE DELLA DIOCESI DI BERGAMO
ARTI E LITURGIA NELLE NUOVE CHIESE DELLA DIOCESI DI BERGAMO
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LETTURA CRITICA DEGLI EDIFICI REALIZZATI DALL’IMMEDIATO PRECONCILIO AI NOSTRI GIORNI
Il rapporto fra riforma liturgica, evoluzione della cultura artistica e nuova architettura sacra, nella diocesi di Bergamo ha potuto godere di un contesto relativamente preparato alla sfida, per via di concomitanti circostanze che hanno contribuito a farne un piccolo laboratorio, certamente periferico rispetto a situazioni certamente più rappresentative- Milano, Bologna e Torino – ma non meno interessante per contenuti e continuità.
Il primo elemento di circostanza è senza dubbio l’episcopato di Adriano Bernareggi, legato alla recezione italiana del movimento liturgico, protagonista della rinascita culturale attorno alla Cattolica di Milano, fondatore, con mons. Polvara, della Scuola Beato Angelico, oltre che animatore dei movimenti legati al nascente cattolicesimo democratico.
Il secondo elemento di contesto è la presenza in città dell’Accademia di belle arti, una delle più antiche d’Italia, fondata nel 1796 da Giacomo Carrara a complemento dell’omonima pinacoteca.
La presenza a Bergamo dell’Accademia ha garantito una ininterrotta tradizione di artisti attivi sul territorio, e in qualche modo coinvolti nella vita ecclesiale di una città storicamente animata da un cattolicesimo molto presente.
Non ultima, l’origine bergamasca di Giovanni XXIII, papa del Concilio, ha infuso ai temi della riforma liturgia e alle sue implicazioni estetiche un incoraggiamento particolare.
La spinta propulsiva di questi elementi congiunti ha potuto arrivare, con velocità diverse e frutti alterni, fino al presente. Fra le ultime realizzazioni in merito, la chiesa del nuovo ospedale di Bergamo, momento felice e non solo locale di una possibile sintonia fra tradizione liturgica, progresso architettonico ed evoluzione artistica.
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