Chiesa di Santa Monica, Plaus

Progetto pastorale e vita ecclesiale

Progetto pastorale e vita ecclesiale

La storia del paese di Plaus -il cui nome deriva da Palus, palude- è stata segnata dalla sua posizione nel fondovalle della Val Venosta, prossima all’Adige, il cui corso, sino alla fine dell’Ottocento, non era regimentato, sottoponendo l’abitato a costanti inondazioni.

Il paese cresce, perciò, soprattutto dopo l’arginazione del fiume e, in particolare, nella seconda metà del Novecento con la valorizzazione della fertile campagna coltivata che lo circonda e la realizzazione di numerosi edifici residenziali.

Il nucleo storico è estremamente ridotto: in passato non superava i 100 abitanti. Al centro, la chiesa parrocchiale con il cimitero, in posizione leggermente sopraelevata, cintata da mura, sempre sopravvissuta alle alluvioni che si sono succedute. Dedicata a Sant’Udalrico, il suo nucleo originale (di cui rimane il campanile) risale al XII secolo mentre la chiesa vera e propria è del XV secolo, completata nel secolo successivo con l’ultimazione del coro. 

L’interno è costituito da una navata unica con volta a crociera e presenta altari e arredi in legno. Complessivamente può ospitare soltanto 60 persone: con l’aumentare degli abitanti non era più sufficiente. Così come non erano sufficienti i limiti spazi per i servizi pubblici, le istituzioni e l’accoglienza turistica presenti in paese: l’Amministrazione comunale, a partire dagli anni ‘80, riconosce che l’abitato ha bisogno di una nuova centralità -polo di riferimento e aggregazione- che raccolga le funzioni di interesse collettivo entro un disegno urbano riconoscibile. La chiesa diviene così perno di questa progettualità, sociale prima ancora che urbanistica, configurando il quarto lato della piazza che si completa oggi con il nuovo sagrato. Rientra sempre nell’ambito delle iniziative attivate per dare al paese una identità specifica la decisione presa nei primi anni ‘90 di realizzare, sul muro di cinta del cimitero, attorno alla chiesa preesistente, una sequenza di 18 dipinti dedicati alla Danza macabra, contestualizzati nel paesaggio della Val Venosta. Dipinta da Luis Stefan Stecher, attrae visitatori da tutto il territorio circostante.

La nuova chiesa si inserisce perciò in un discorso più ampio sul futuro del centro abitato e la sua realizzazione muove i primi passi a partire dall’iniziativa di un gruppo di laici legati alla Parrocchia che, nel 1992, coglie l’occasione di un piano attuativo redatto con la finalità di urbanizzare un terreno coltivato limitrofo alla chiesa per avviare una riflessione sulla possibilità di realizzare una nuova aula liturgica affiancata alla preesistente mentre, sino ad allora, era stato valutato soltanto il suo possibile ampliamento.

Si costituisce così un comitato che segue l’iniziativa e si interessa dei rapporti con la comunità, le Amministrazioni -comunale e provinciale- nonchè con la Diocesi anche perchè, a causa dell’accorpamento delle Parrocchie, durante il processo viene meno la figura del Parroco residente, responsabilizzando sempre più i laici. Il processo è stato lungo e la nuova chiesa aperta al culto soltanto nel 2017. Col passare degli anni l’intervento si è reso progressivamente sempre più necessario e ha contribuito ad innestare la chiesa e il suo sagrato dentro il tessuto delle relazioni fisiche e sociali del paese, entrando a far parte di un sistema di spazi urbani tra loro in continuità armonica. Oggi, sebbene alcuni preferiscano frequentare altre chiese o chiedano di poter continuare a celebrare nella chiesa antica perchè non apprezzano la modernità della nuova, essa soddisfa la necessità di spazio di una comunità in crescita -a componente quasi totalmente tedesca con presenze italiane durante il periodo estivo- ed è meta di visite, incontri di preghiera e di formazione spirituale da parte di gruppi provenienti da tutta la Diocesi. Le attività pastorali si svolgono tra la nuova chiesa e la limitrofa canonica, configurando un polo di riferimento diffuso, animato da gruppi parrocchiali che curano la liturgia e la catechesi; altre attività sono coordinate entro il più allargato ambito del Decanato di Lagundo, di cui Plaus fa parte e dove abita il parroco, mentre in paese è residente un sacerdote in pensione che officia le celebrazioni quotidiane.

 

Caratteri architettonici

Processi e contesti

Progetto liturgico e programma iconografico

Dati generali

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