Duplicazione dello spazio liturgico

Chiesa di Santa Monica, Plaus

Chiesa di Santa Monica, Plaus

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La storia del piccolo paese di Plaus -da “palude”- è caratterizzata dal succedersi delle piene del fiume Adige che ne limitano l’espansione fino alla costruzione dei nuovi argini all’inizio del Novecento. Così, da borgo di 100 abitanti raccolto attorno all’antica chiesa di Sant’Udalrico (il cui nucleo originario è del XII secolo), il paese si amplia sino a raggiungere i 700 residenti nei primi anni Novanta, rendendo evidente il bisogno di una chiesa più grande. L’ampliamento della zona edificabile prossima al centro storico dell’abitato attraverso una nuova lottizzazione apre la strada alla concretizzazione di questo desiderio: il piano, redatto nel 1992, introduce tra gli edifici residenziali previsti e la vecchia chiesa un’area adibita allo scopo con l’intenzione di completare in tal modo il centro del paese nel frattempo cresciuto raccogliendo chiesa, municipio e servizi attorno ad una nuova piazza.

Dopo un primo concorso tenutosi nel 2010 e poi annullato, il secondo concorso bandito nel 2012 assegna il progetto all’architetto Erwin Gerstgrasser di Naturno che propone la realizzazione di un nuovo volume affiancato alla facciata principale della chiesa preesistente, disposto in modo da riorganizzare le gerarchie urbane configurando un nuovo ampio sagrato, contiguo alla piazza del paese, e valorizzando l’accesso al cimitero. Inoltre, l’edificio articola il dislivello presente con la collocazione di alcune funzioni al piano seminterrato (camera mortuaria, depositi, servizi) e la distribuzione di un sistema di percorsi che lo collegano alla vicina casa parrocchiale. 

La nuova chiesa è costituita da un semplice volume intonacato, fasciato esternamente da segni di croce in marmo di Lasa che individuano i portali di ingresso verso la piazza e la vecchia chiesa. L’interno è concepito come una camera di luce, ottenuta valorizzando l’illuminazione naturale che, grazie a tagli in copertura, scende lungo le pareti perimetrali appositamente inclinate e riempie lo spazio. La pianta è triangolare e culmina nel presbiterio attorno a cui l’assemblea, disposta a semicerchio, è raccolta. Il progetto artistico è stato curato da Franz Messner -a seguito di un apposito concorso- e interpreta la semplicità e la domesticità dell’aula attraverso la scelta dei materiali dell’interno e i segni puntuali dei poli liturgici concepiti come elementi discreti disposti nel presbiterio. Gneiss della val Passiria per il pavimento; marmo di Lasa per l’altare, l’ambone e le croci consacratorie; foglia d’oro per l’oculo situato in corrispondenza dell’altare; legno di faggio per gli arredi contribuiscono a definire un’atmosfera spirituale ma domestica che, immersa nella luce, invita alla preghiera e al raccoglimento. Al successivo coinvolgimento dell’artista Evelyn Kuppelwieser va attribuita la croce vetrata che conclude il presbiterio con alcuni colori liturgici che procedono dal viola della sofferenza, al rosso del martirio fino all’oro della Resurrezione nonché la scelta di rendere i bambini della locale scuola elementare protagonisti della rappresentazione di S. Monica nella bussola d’ingresso.

 

Per approfondimenti sulla  Chiesa di Santa Monica visita le seguenti pagine:

Progetto pastorale e vita ecclesiale

Caratteri architettonici

Processi e contesti

Progetto liturgico e programma iconografico

Dati generali

 

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