Le festività mariane

La Madonna del Carmine nella Chiesa di Sant’Ilario

La Madonna del Carmine nella Chiesa di Sant’Ilario

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La chiesa e la cappella

La Chiesa di Sant’Ilario è una delle più antiche della città di Casale – è infatti citata per la prima volta in una bolla di papa Lucio III del 1184 – e fu eretta a parrocchia tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, sotto la reggenza del Capitolo della Cattedrale. Dal 1577 fu retta dai padri Carmelitani minori dell’osservanza, chiamati a Casale dalla marchesa Anna d’Alençon. Qui i padri costruirono il proprio convento, risistemando o forse distruggendo e ricostruendo l’antica chiesa. Nel 1821, alla morte dell’ultimo curato Carmelitano – il Priore Ara – l’edificio tornò sotto la giurisdizione della Diocesi e venne drasticamente trasformato con un ampiamento verso nord, l’aggiunta della cupola, l’erezione di un nuovo campanile e il rifacimento della facciata.
Le trasformazioni della chiesa, tuttavia, non interessarono gli altari contenenti le opere oggetto di maggiore devozione, come quello più antico della Madonna del Carmine e quello di più recente istituzione dedicato a San Luigi Gonzaga. Nella visita pastorale del vescovo Scipione Pascale del 1618 viene ben descritto l’arredo secentesco della chiesa di Sant’Ilario in cui si trova – oltre all’altare maggiore – un altare dedicato a San Rocco, uno intitolato a Sant’Alberto e un terzo dedicato alla Vergine del Carmelo. Quest’ultimo si trovava all’interno di una cappella completamente affrescata e custodiva un’icona raffigurante la Vergine. Sebbene con qualche incertezza legata all’originaria provenienza e datazione, ad un certo punto la cappella ospitò sicuramente la bella tela della Madonna del Carmine che porge l’abito a San Simone Stock di Nicolò Musso, ancora oggi conservata nella chiesa sebbene non più sull’altare che subì importanti modifiche nel corso dell’Ottocento. I documenti di archivio informano, inoltre, del fatto che in quel luogo era eretta un’omonima Compagnia, che sosteneva le spese per l’altare e per la festa. La Compagnia fu probabilmente committente dell’elegante statua ottocentesca ancora oggi collocata sull’altare e oggetto di devozione.

La Madonna del Carmine e la festa

La festa della Madonna del Carmelo fu istituita per commemorare l’apparizione il 16 luglio 1251 a san Simone Stock, all’epoca priore generale dell’Ordine carmelitano, durante la quale la Madonna gli consegnò uno scapolare (dal latino scapula, spalla) in tessuto, rivelandogli i privilegi legati al suo culto; la Madonna assicurò infatti che coloro che si fossero spenti indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio, affermando: «Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo».
A Casale, la festa della Madonna del Carmelo viene celebrata con una novena nei giorni che conducono alla data della solennità, il 16 luglio. Un tempo nella Chiesa di Sant’Ilario si recitavano “le sette allegrezze di Maria Vergine del Carmine”, una delle più antiche forme di devozione alla Vergine. Si trattava di sette preghiere, recitate in altrettanti mercoledì, che ricordavano le gioie della vita terrena di Maria, in contrapposizione ai sette dolori.

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