Le festività mariane

La Festa dell’Immacolata

La Festa dell’Immacolata

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La donna vestita di sole: iconografia e culto dell’Immacolata

L’8 dicembre si celebra la festa dell’Immacolata, dedicata al dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, la solennità più antica dedicata alla Madonna. Fin dai primi secoli della storia del Cristianesimo, infatti, furono molti i teologi a parlare e scrivere della massima perfezione della Vergine, ma fu il francescano Giovanni Duns Scoto che nel 1307, per primo, la collegò al Primato di Cristo, spiegando come Maria sia stata salvata dal peccato fin da primo momento del suo concepimento, in modo da portare nel grembo il Figlio di Dio attraverso il quale la salvezza è stata data a tutti gli uomini.
Da quel momento, il culto e la celebrazione dell’Immacolata si diffusero sempre più, fino a giungere alla proclamazione della bolla Ineffabilis Deus del 1854 da parte di Papa Pio IX: il Pontefice, che si trovava in esilio a Gaeta a causa dei moti rivoluzionari del 1848, aveva fatto voto in una cappella dedicata all’Immacolata che, qualora avesse ricevuto la grazia del ritorno a Roma, avrebbe impegnato tutto sé stesso nell’attuazione della proclamazione del gran dogma mariano. Come Pio IX ebbe poi a dire, sentì tale esigenza come una chiamata interiore, che ricevette mentre era assorto in preghiera proprio dinanzi all’immagine dell’Immacolata.

L’iconografia della Madonna Immacolata è simile a quella della donna dell’Apocalisse vestita di sole, incoronata con 12 stelle e con una falce di luna sotto i piedi. La Madonna è rappresentata in età giovanile, con le mani giunte al petto, e spesso ai suoi piedi è raffigurato un drago o un serpente, a simboleggiare il peccato sconfitto.

 

La festa dell’Immacolata a Casale Monferrato, tra la Chiesa di San Domenico e la Chiesa di San Filippo.

In quanto festa riconosciuta e condivisa da tutta la Chiesa cattolica, ancora oggi la festa dell’Immacolata – che coincide con un giorno di festa nazionale – viene celebrata in tutte le parrocchie diocesane. In passato, tuttavia, tale devozione fu particolarmente legata a due chiese cittadine.

Si riconoscono tutti gli attributi classici della Vergine Immacolata nella scultura presente su uno degli altari di destra della Chiesa di San Domenico di Casale Monferrato, dove è attestata la presenza della Compagnia dell’Immacolata fin dal 1619, anno a cui risale il progetto per l’altare dedicato alla Vergine conservato nell’Archivio della parrocchia (la scultura lignea attualmente posta sopra l’altare è invece settecentesca, opera del vercellese Giovanni Sezzano). La Compagnia, che esisteva già nel ‘400 e aveva sede nella soppressa chiesa dei Cappuccini, organizzava ogni anno la festa dell’8 dicembre che si caratterizzava per una grande attenzione all’aspetto musicale: sempre in Archivio si trovano infatti le note di spesa per l’ingaggio dei musicisti e dei cantanti solisti negli anni a cavallo tra ‘700 e ‘800, mentre è datato 1862 il preventivo autografo di Antonio Smolz, Maestro di Cappella della Cattedrale, per comporre ed eseguire la messa cantata in occasione della solenne celebrazione di quell’anno. Ancora oggi, in occasione della festa dell’Immacolata la Chiesa di San Domenico ospita un concerto organistico, a testimonianza di una devozione non dimenticata.

La memoria della Vergine Immacolata è presente anche in un’altra chiesa cittadina, quella di San Filippo Neri. Il legame dei Padri di San Filippo con la Vergine Immacolata risale alla fondazione – avvenuta nel 1612 – della congregazione, intitolata appunto alla Beata Vergine Immacolata e a San Carlo Borromeo. La devozione si mantenne nel corso del tempo tanto che anche la nuova chiesa costruita tra 1671 e 1721 mantenne, oltre a San Filippo, l’intitolazione alla Vergine Immacolata a cui fu addirittura dedicato l’altar maggiore. La festa dell’Immacolata nella Chiesa di San Filippo fu mantenuta dai Padri fino alla soppressione dell’ordine avvenuta nel 1802 e successivamente dai Rettori del Seminario e dai Seminaristi che se ne presero cura, sebbene le visite pastorali di fine Ottocento documentassero che «si festeggia con poca solennità essendo in concomitanza con le celebrazioni anche nelle altre chiese della città».

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