"Al dì d’la festa". Festività e Santi nella città di Casale Monferrato

Le festività mariane

Le festività mariane

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Tra i momenti di maggiore espressione della devozione comunitaria e popolare vi sono quelli dedicati alla figura della Vergine e alle sue virtù, che scandiscono l’anno liturgico. Sancite e promosse da vari Pontefici lungo i secoli, le feste mariane principali – attraverso le quali si rende omaggio a una specifica raffigurazione della Madonna, con i suoi attributi iconografici e le caratteristiche oggetto di devozione – attraggono un gran numero di fedeli e sono per lo più caratterizzate da processioni durante le quali le diverse immagini scolpite della Vergine percorrono le vie delle città. In tal senso risulta particolarmente significativo notare la cospicua presenza nelle chiese cittadine di sculture conservatesi fino a noi e raffiguranti la Vergine con il Bambino dotate di diversi attributi e impreziosite da corone e da gioielli spesso donati dalle donne in segno di devozione.

Nel corso degli ultimi due secoli a Casale Monferrato hanno goduto di particolare affetto e partecipazione le feste in onore della Madonna del Rosario, della Madonna Carmine, della Madonna dei Sette Dolori, dell’Immacolata e della Vergine di Loreto. Le feste mariane venivano solitamente celebrate in una specifica cappella o altare che custodivano l’effigie della Madonna oggetto di devozione: in passato, erano soprattutto le Compagnie a prendersi cura di questi altari e a organizzare le celebrazioni nel giorno della ricorrenza. I documenti d’archivio – in particolare i convocati delle Compagnie che avevano sede nelle varie chiese –  sono fonti di grande importanza che permettono di ricostruire diversi aspetti del culto e dello svolgimento delle celebrazioni, poiché forniscono informazioni sui pagamenti per la musica, per gli addobbi, per la cera e per l’olio dell’illuminazione durante le solennità. Rispetto alla devozione nei confronti dei santi, che mutò frequentemente nel corso dei secoli, il culto mariano si mantenne piuttosto costante, forse alimentato anche dalla grande devozione coltivata privatamente dalla popolazione. Ne sono testimonianza alcuni piccoli ex voto recentemente rinvenuti presso la Cattedrale. In tutti i dodici dipinti, sopra alla scena di scampato pericolo, è raffigurata al centro la Madonna con il Bambino verso cui il fedele rivolgeva il proprio sentimento di gratitudine. Accanto a Lei si trovano generalmente rappresentati Sant’Evasio, patrono della città e della Diocesi, Sant’Antonio di Padova e un altro santo vescovo che oggi fatichiamo a identificare e che potrebbe essere indicato come San Patrizio a cui la città fu per diverso tempo devota. Oltre alle devozioni mariane di più antica memoria che vengono celebrate ancora oggi, merita, infine una particolare menzione la Festa di Maria Ausiliatrice, una delle ricorrenze maggiormente sentite dalla popolazione casalese. Introdotta a inizio Novecento in seguito alla costruzione della “Chiesa del Valentino”, ancora oggi retta dalla comunità salesiana, questa festività viene celebrata ogni 24 maggio con una grande processione per le vie della città. Altre feste mariane, di cui si ha testimonianza tra Otto e Novecento, oggi non sono più celebrate solennemente.

Alcune devozioni sono sopravvissute anche alla chiusura della chiesa che ne ospitava il culto, come nel caso della festa in onore della Madonna della Medaglia Miracolosa. Celebrata ogni anno il 27 novembre, la devozione aveva il suo cuore nell’omonima chiesa da cui, come testimoniato dalle fotografie d’epoca, aveva origine la processione per le vie della città. L’edificio fu chiuso nel 2000 per motivi di sicurezza, ma la scultura della Vergine e le celebrazioni nel giorno della festa si sono trasferite nella Chiesa parrocchiale di Porta Milano. In altri casi, la perdita della ricorrenza deriva dall’esaurirsi della Compagnia che ne curava il culto, come nel caso della Madonna Consolata. Celebrata tra Sette e Ottocento, ma sicuramente oggetto di un culto più antico, la Vergine Consolata era oggetto, ogni anno, di una processione in ringraziamento per le vittorie riportate nel 1706 dal Regno Sabaudo sull’armata francese. Il secondo altare a destra della Cattedrale ancora conserva la statua realizzata dallo scultore Carlo Ferrero nel 1847 sotto la supervisione di Massimo Tapparelli D’Azeglio, Direttore delle Gallerie e oggetti d’arte regi di Torino. La scultura trovò prima collocazione presso la Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e poi fu trasferita in Duomo nella seconda metà dell’Ottocento. La devozione alla Madonna Consolata trovò in quel momento particolare vigore, tanto da essere sostenuta e promossa dal vescovo Luigi Nazari di Calabiana che concesse a tutta la Diocesi di celebrarne la festa. Nonostante la perdita di questa devozione, la Cattedrale mantiene un forte legame con il culto mariano, che si esprime soprattutto in forma privata di fronte a due sculture di recente acquisizione come la Madonna di Fatima e la Vergine dell’Abbandono, donata in tempi recenti dall’attuale vescovo di Casale S.E. Monsignor Gianni Sacchi.

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