I Santi maggiormente venerati in città

Santa Rita e la benedizione delle rose e delle automobili

Santa Rita e la benedizione delle rose e delle automobili

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La Chiesa di San Pietro Martire e la festa di Santa Rita

Il piccolo oratorio in cui si venera Santa Rita è in realtà intitolato a San Pietro Martire, e venne edificato agli inizi del ‘500 per volere dell’omonima Compagnia istituita nel 1491 nella vicina Chiesa di San Domenico. La Chiesa riveste particolare importanza storico-artistica in quanto custodisce una delle prime testimonianza dell’opera di Guglielmo Caccia detto Il Moncalvo: a lui sono infatti attribuiti le decorazioni della volta e il ciclo di otto affreschi raffigurante episodi della vita di San Pietro Martire che si sviluppa lungo il perimetro dell’edificio.

La devozione a Santa Rita nella Chiesa di San Pietro Martire ebbe un forte impulso a partire dagli anni ’30 del ‘900, tanto da far progressivamente dimenticare l’originaria intitolazione dell’edificio. Sull’altare maggiore, infatti, si trova oggi collocata la statua di Santa Rita di cui la parrocchia possiede una reliquia che viene esposta in occasione della sua festa (il 22 maggio) entro un reliquario settecentesco. In preparazione della festa della Santa, i fedeli sono soliti celebrare i “quindici giovedì di Santa Rita” che prevedono, nelle settimane che precedono il 22 maggio, la lettura e la meditazione su tratti della vita e delle virtù della Santa che viene invocata nella recita di preghiere di supplica. A ridosso della ricorrenza si celebra, invece, nella vicina Chiesa di San Domenico il solenne triduo. Tuttavia, la festa di Santa Rita a Casale si articola in numerosi momenti che coinvolgono la Chiesa di San Pietro Martire, la Chiesa di San Domenico e tutto il centro cittadino.

La Festa e le benedizioni casalesi

A Casale la Santa è protagonista di diverse benedizioni durante il triduo a lei dedicato. La prima è rivolta ai bambini con le loro mamme; in altri due momenti della festa si svolge, invece, la benedizione delle automobili e degli automobilisti presso Piazza Castello. Come si legge sul giornale locale “Il Monferrato” del 1990 “non si tratta di un gesto quasi superstizioso che dovrebbe mettere al riparo da qualsiasi incidente, ma vuol essere invece la particolare richiesta di protezione alla Santa degli impossibili contro le fatalità oltre che una invocazione di aiuto per acquisire una guida sempre più prudente e responsabile.” Altro momento particolarmente caratteristico è, infine, la benedizione delle rose che vengono distribuite ai fedeli durante la processione serale con la statua della Santa.

Quest’ultima tradizione si lega a un fatto prodigioso della vita di Santa Rita: ormai ammalata da tempo, chiese alla cugina che era andata a visitarla in pieno inverno di portarle una rosa che cresceva nell’orto del padre e la donna trovò in effetti una rosa fiorita in mezzo alla neve, che venne subito portata al suo capezzale. La Santa fu protagonista di altri eventi straordinari, come il prodigio di api bianche che quando era neonata le entravano nella bocca depositandovi del miele. Già dai primi anni dell’adolescenza manifestò la sua vocazione alla vita religiosa, ma i genitori la promisero sposa a un giovane del borgo e Rita cedette alle loro insistenze. L’uomo era un violento, ma con la nascita di due gemelli e la sua pazienza e dolcezza Rita riuscì a trasformare il carattere del marito, con cui visse per diciotto anni, fino a quando fu assassinato. Temendo che i figli si macchiassero di un crimine per vendicare l’uccisione del padre, Rita pregò il Signore di non permettere che le anime dei figli si perdessero, ma piuttosto di toglierli dal mondo, e fu esaudita. Un anno dopo i due fratelli si ammalarono e morirono. Per rispondere alla sua vocazione, Rita si rivolse alla Suore Agostiniane di Cascia ed entrò in convento dove visse distinguendosi per la grande fede e la carità nell’assistenza degli ammalati.

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