La festa
I giorni maggiormente attesi
I giorni maggiormente attesi
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Il 4 febbraio era particolarmente consacrato alla processione delle reliquie della Santa disposte sul Fercolo, che i devoti portavano trionfalmente attorno alle mura della città. Era l’unica occasione in cui i catanesi potevano vedere da vicino e accompagnare per le vie di Catania le reliquie della loro concittadina e patrona. Quando la processione arrivava vicino ai conventi, gruppi di religiosi si univano ai già numerosi fedeli fino alla tappa successiva. Di buon mattino un colpo di cannone svegliava la città; i portatori del Fercolo si affrettavano per giungere primi in Cattedrale. Gli altri cittadini indossavano i vestiti della festa e si preparavano a uscire, accaparrandosi i posti migliori per godersi lo spettacolo del passaggio della Santa. Nel tempo l’antica prassi dei devoti di andare a piedi scalzi fu progressivamente abbandonata; sembra che alla fine dell’Ottocento venisse ancora praticata da alcuni.
Poi si affermò il sacco, l’abito votivo indossato tuttora dai devoti sopra i vestiti ordinari: una tunica bianca stretta ai fianchi da un cingolo, berretto nero di velluto, guanti bianchi e un fazzoletto bianco in mano da agitare in aria al caratteristico grido inneggiante alla Santa.
A differenza degli altri giorni, il 5 febbraio (giorno della nascita al cielo di sant’Agata) era riservato esclusivamente alle celebrazioni in Cattedrale, dove all’ora stabilita le autorità cittadine si recavano per assistere all’esposizione del reliquiario a busto della Martire sull’altare maggiore, che poi verrà collocato nello spettacolare tronetto opera argentea di Saverio Corallo del 1726. Quindi il Capitolo dei canonici e le autorità si portavano in episcopio: da lì insieme al vescovo si muovevano tutti in corteo imponente fino alla Cattedrale, per iniziarvi la celebrazione della gran messa. Dopo, la chiesa Madre della Diocesi rimaneva aperta tutto il giorno per consentire ai fedeli provenienti dappertutto di venerare le reliquie della Patrona. L’unica funzione prevista nel pomeriggio era il canto dei Vespri presieduti dal vescovo. Chiudevano la giornata festiva le solite salve di mortaretti, come sempre spettacolo assai gradito al popolo.
Le celebrazioni continuavano per tutta l’ottava con l’esposizione delle reliquie della Santa sull’altare maggiore, il canto dell’Ufficio e un panegirico. Il 12 febbraio si ripetevano gli stessi riti del giorno 5, inoltre all’interno della Cattedrale si faceva una breve processione con il reliquiario a busto prima della sua definitiva reposizione nel sacello.
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