Agata santa. Storia, Arte, Devozione

Il culto di sant’Agata

Il culto di sant’Agata

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Introduzione

Anzitutto bisogna menzionare la Passione di sant’Agata, nella quale l’anonimo redattore propone le peculiarità del culto della Santa: la protezione personale e l’invocazione contro i pericoli incombenti rappresentati da sempre dall’Etna. Infatti si riscontra attraverso i secoli una in tensa ed estesa devozione popolare che riconosce alla Santa un potere straordinario di protezione e di difesa.

Testimonianze materiali

Fra le testimonianze materiali hanno notevole importanza alcuni antichi reperti archeologici che documentano, sia l’esistenza a Catania di un martyrium (inizi IV secolo), sia la diffusione oltre il territorio etneo del culto della giovane martire, come si evince dall’Iscrizione di Loukiphera (IV-V secolo) in lingua greca rinvenuta nel primo Ottocento a Ustica.

Nel sito del martyrium di Catania, in età imperiale romana destinato ad area sepolcrale estraurbana, nel 1730 è stata parimenti rinvenuta la Lapide di Iulia Florentina. L’epigrafe del reperto, che celebra l’omonima bambina morta in tenerissima età a Hybla (località nei pressi dell’attuale Paternò), battezzata poco prima del suo trapasso e poi inumata da un presbitero presso «le sepolture dei martiri cristiani» catanesi, è di eccezionale importanza; infatti conferma non solo la pratica del pedobattesimo già nel III secolo, ma al tempo stesso la preferenza dei comuni fedeli di farsi seppellire presso le tombe dei Santi (ad sanctos), particolarmente i martiri, i quali da subito furono destinatari di uno spontaneo culto di venerazione da parte delle comunità cristiane. E proprio questo dato sembra un’indicazione indiretta ma assai probante del luogo dove in quel tempo era sepolta e venerata la martire Agata.

Testo dell’epigrafe:

«A Iulia Florentina, bambina dolcissima e innocentissima fatta cristiana, il padre questa lapide collocò. Nata pagana il 4 marzo prima del far del giorno, nel tempo in cui Zoilo era questore della provincia, fu battezzata all’età di 18 mesi e 22 giorni all’ora ottava della notte, mentre esalava l’ultimo respiro. Sopravvissuta per quattro ore, dopo aver ripreso le azioni consuete, morì a Ibla all’ora prima del 25 settembre. Poiché entrambi i genitori piangevano continuamente la morte della bambina, nella notte risuonò la voce della Maestà [divina] che proibiva di far lamenti sulla defunta. Il 2 ottobre, con procura a un presbitero, il suo corpo fu inumato nel loculo che si trova davanti all’entrata con cancelli a battenti, dove sono le sepolture dei martiri cristiani».

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