Iconografia della Martire
Occorrenze iconografiche più frequenti
Occorrenze iconografiche più frequenti
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Le occorrenze iconografiche più frequenti del martirio di Agata appartengono però alla seconda categoria di scene. La Santa infatti è più spesso raffigurata legata a una colonna (o a una trave di legno), con ai lati due aguzzini muniti questa volta di strumenti affilati per tagliarle il seno: rappresentazioni che si trovano sovente in pitture, affreschi e sculture. Una delle primissime illustrazioni di questo tipo appartiene al ciclo decorativo di un manoscritto bizantino, noto come Menologium di Basilio II (fine X-inizio XI secolo), conservato nella Biblioteca Vaticana. Anche il celebre Graduale dell’abbazia di Fontevrault (1250-1260), oggi custodito nella Biblioteca municipale di Limoges, dedica una miniatura al martirio di Agata: secondo una tradizione iconografica ormai consolidata, l’opera presenta la Vergine e i suoi due carnefici con in mano grandi pinze di metallo, oggetti del supplizio che diventeranno d’ora in poi gli attributi tradizionali della Santa siciliana. Fra le tante altre rappresentazioni dello stesso episodio della Passione, qui basti segnalare solo Il martirio di Sant’Agata nella Cappella Mazzanti nel duomo di Verona. Nel XV e XVI secolo questo schema iconografico si ritrova spesso diffuso, sia nella decorazione di manoscritti devozionali (in particolare Libri d’Ore), sia di vetrate o di affreschi, con evidente riferimento diretto alla flagellazione di Cristo.
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