Itinerario della passione di Cristo tra arte fede e devozione
La processione del Venerdì Santo
La processione del Venerdì Santo
In molti hanno scritto della sublime processione del Cristo Morto che si svolge nel Venerdì Santo e della quale si hanno notizie documentate già dal XVIII secolo, quando nacque come Via Crucis destinata a trasformare la stessa Città di Lanciano in una Gerusalemme. In quei momenti, infatti, la Città stessa si trasfigurava, i suoi luoghi, i suoi palazzi, le sue piazze diventavano quelli di una città lontana nello spazio e nel tempo, la Gerusalemme dei temi di Cristo. Il perimetro delle sue antiche mura racchiudeva lo scenario della Passione, con l’orto degli ulivi, il Sinedrio, il Pretorio, il Golgota, fino al Santo Sepolcro. Nel 1740 tale sacra rappresentazione, considerata forse una forma eccessiva di devozione popolare, venne proibita ed è probabilmente da allora che a rammentare gli episodi fondamentali del sacrificio di Cristo sono rimasti, i “misteri” destinati ad essere, con la loro semplice presenza, testimoni silenziosi ma dalla fortissima carica simbolica.
Il calice dell’ultima cena, la colonna del flagello, la brocca e il catino di Pilato, il guanto di Macco, il gallo, il sudario della Veronica, la tunica coi dadi, la croce con la scala, i chiodi col martello, la lancia di Longino sono i narratori muti degli episodi della Passione. Inanimati si fanno pure Cristo e Maria Addolorata, il Figlio e la Madre, le figure principali di questa Sacra Rappresentazione. Il Cristo morto è una pregevole scultura opera del lancianese Domenico Renzetti ( 1679 – 1750), ammantata di leggenda e oggetto di pietosa venerazione da parte dei confratelli, la Madonna “delle sette spade”, con le sue lacrime cristallizzate, è accompagnata, come la tradizione popolare vuole, in un impossibile ma pur necessario conforto, dalle altre due Marie.
Unico personaggio reale superstite della forma più antica della cerimonia del Venerdì Santo, rimane il Cireneo, il confratello incappucciato scelto dal Priore tra coloro che durante l’anno si sono distinti per zelo nelle attività della Confraternita, che scalzo per le vie di Lanciano si accolla il peso della Croce, mentre gli altri confratelli gli fanno ala illuminando il percorso con le torce e la banda ne segue i lenti e faticosi passi, intonando il Miserere, spezzato solo dal suono rauco delle “raganelle”. Il Cireneo è protagonista anche della processione degli Incappucciati che si svolge il Giovedì Santo.
Lungo l’itinerario della processione, dai balconi dei palazzi parati di broccato, come da antica consuetudine, o raccolta ai lati della strada, la popolazione assiste a questa straordinaria celebrazione, mestamente raccolta.
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