La chiesa di S. Filippo tra arte e architettura

Gli oggetti sacri

Gli oggetti sacri

Come è emerso dalle ricerche documentarie, oltre alle pregevoli opere d’arte pittorica, la chiesa di San Filippo conservava pure un ricco corredo di oggetti di sacrestia, tra vasellame, paramenti sacri e dipinti, dei quali ad oggi si è persa in parte la memoria, soprattutto in seguito alla soppressione degli ordini religiosi avvenuta in epoca napoleonica e al successivo trasferimento del Seminario da parte di Mons. Villaret nel 1807 presso la casa e il collegio dei Padri Filippini. Questo passaggio ha portato all’ingresso di nuovi oggetti e suppellettili di arte sacra, alcuni dei quali tuttora in uso, necessari per lo svolgersi delle cerimonie religiose. Un personaggio che sicuramente ha contributo ad arricchire la sacrestia dei Padri di San Filippo, fu Padre Giacinto Natta, importante nunzio apostolico presso le maggiori corti d’Europa e promotore della fondazione sul territorio casalese di chiese e di conventi. Di ritorno dalla Germania, infatti, il frate portò con sé ricchi doni e molte reliquie come quelle contenute nei tredici grandi Reliquiari in ebano segnalati nelle visite pastorali e nei manoscritti e destinati alla nuova chiesa, tra i quali si ricorda in particolare quello dei Santi Innocenti. Si tratta di manufatti preziosissimi, molto probabilmente realizzati negli atelier di Augsburg e di Monaco di Baviera, di cui si conservano pochi esemplari in Italia.

Giuseppe De Conti nel suo Ritratto della Città di Casale del 1794, ricorda che le reliquie venivano conservate ancora ai suoi tempi presso l’altare laterale sinistro, dedicato a San Filippo, dietro al dipinto principale. “Dietro quest’incona vedesi un insigne deposito di sagre reliquie, distribuite in diversi raggi, urnette ed ampolle contornate di eccellenti lavori in oro, argento, madreperla, con rare gemme e copiose scelte perle. Tra molte reliquie evvi un bel pezzo del legno della vera Croce, e li teschi di S. Dioniso e di S. Gerdone e compagni martiri, tutti noti nel Romano martirologio. Son queste tutti doni del Venerabile Giacinto Natta Cappuccino, ampliatore di questa Casa dell’Oratorio”.

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