IL FRANCESCANESIMO OSSERVANTE: I CONVENTI SCOMPARSI DI LANCIANO E ORTONA

Santa Maria della Pace a Ortona

Santa Maria della Pace a Ortona

Accomunata a Lanciano dalla riconoscenza nei confronti di Giovanni da Capestrano per l’impegno profuso nella riconciliazione tra le due cittadine in annose lotte commerciali, anche Ortona – seppur con un ritardo di dieci anni rispetto al trattato di pace del 1430 e alla più tempestiva e contestuale sede lancianese – fondò un convento osservante nel 1440 «per divozione e a spese dei signori de Sanctis» con la dedicazione a Santa Maria della Pace, in posizione extra urbana rispetto al centro cittadino e così in accordo alle scelte dell’Ordine.

Tuttavia, l’eccessiva distanza dall’abitato e, soprattutto, l’insalubrità del luogo, ne determinarono l’abbandono da parte della comunità francescana e il successivo spostamento nell’ex convento cittadino dei Canonici regolari di Sant’Agostino (attuale chiesa di Santa Maria delle Grazie) avvenuto nel 1508 con breve del 28 gennaio emanato da papa Giulio II. Peraltro, le pratiche relative al trasferimento della sede erano già state avviate nel 1492 – dunque a soli cinquantadue anni dalla fondazione – attestate dal documento emanato da papa Innocenzo VIII con il quale egli accetta la richiesta del vicario e dei frati di trasferire la sede all’interno delle mura cittadine poiché «ob malignitate et intemperiem aeris fratres infirmantur et moriuntur in dies». Il pontefice, inoltre, si prodiga in indicazioni sulla seconda sede – di cui doveva essere accertata l’idoneità e la dotazione di campanile, cimitero, dormitorio e refettorio oltre alla chiesa – ordinando tra l’altro la distruzione dalle fondamenta del vecchio convento con lo scopo di riutilizzare il materiale da costruzione, insieme alla definitiva vendita del terreno liberato da ogni residuo architettonico con lo scopo di incrementare le somme per l’edificazione della seconda e definitiva sede osservante ortonese.

Con precisa disposizione il pontefice autorizzò lo smantellamento di fatto della prima sede osservante: un dato documentario che unito all’analisi delle successive vicende dei frati locali e allo studio delle risultanze architettoniche della sede di Santa Maria della Pace fornisce dati inediti sulla reale successione degli eventi.

Le indicazioni del pontefice in merito alla distruzione della prima sede in luogo del riutilizzo degli elementi si prestano in effetti all’idea di una ricostruzione ex novo della seconda sede che non fu tuttavia realizzata, confluendo i frati in una preesistenza, ovvero nell’ex convento agostiniano cittadino. In questo modo, la prescritta distruzione del primo convento di Santa Maria della Pace non fu attuata nel corso del XV secolo, lasciando così il primitivo complesso sì in abbandono, ma ancora nelle sue fattezze originarie.

Nel 1975 la struttura conventuale in rovina è stata definitivamente demolita per far posto ai silos di una vicina industria, mentre il procedimento di vincolo successivamente e tardivamente disposto dalla Soprintendenza de L’Aquila nel 1986 per l’adiacente chiesa non ha di fatto bloccato – e soprattutto migliorato – la gravissima situazione in cui l’edificio attualmente versa. Questo, a impianto rettangolare ad aula unica con coro, presenta una semplice struttura tipica delle prime sedi, chiusa nella facciata a terminazione orizzontale da un portale in pietra con architrave e lunetta a sesto acuto, in asse con la sovrastante monofora litica.

L’instabile condizione conservativa delle murature d’ambito è aggravata dal crollo dell’antica copertura a capriate lignee, fornendo dunque un’ulteriore testimonianza di abbandono di una sede religiosa quattrocentesca dell’Osservanza abruzzese che si scontra con le numerose quanto inascoltate richieste di recupero.

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