Val Sesia

Vincenzo – Quarona

Vincenzo – Quarona

Questo corposanto venne recuperato dalla catacomba di Ciriaca e alle anonime ossa rivenute venne attribuito il nome di Vincenzo. Grazie alla mediazione di padre Celestino da Quarona, frate minore riformato che era guardiano del convento di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, venne trasmesso alla chiesa parrocchiale del suo paese natìo, come attesta l’atto di donazione del 13 gennaio 1675.

A due anni dal loro ritrovamento, le ossa di Vincenzo furono offerte alla pubblica venerazione il 24 maggio 1677, dopo la consueta ricognizione canonica. Frattanto la comunità deliberò la costruzione di una nuova cappella per conservare il prezioso deposito, accanto a quella già esistente di San Carlo. Molto dettagliata è la documentazione relativa ai lavori intrapresi: Francesco Petterino di Varallo fece la muratura, Matteo Capinetti, anch’gli di Varallo, realizzò il tetto; la calce proveniva da Maggiora, i mattoni da Caneto, i colori da Varallo. La decorazione dell’ambiente venne affidata a Francesco Ferrari da Valduggia, che la realizzò nel 1678, mentre Giacomo Fantoni della Colma scolpì l’ancona in cui venne poi collocata la preziosa urna, opera dello scultore Gaudenzio Sceti da Campertogno, che l’ultimò nel 1689. Nello stesso anno l’altare venne benedetto e si celebrò solennemente la festa in onore del santo, le cui reliquie furono composte in forma di scheletro rivestito da uno sfarzoso costume da soldato romano, con un elmo piumato sulla testa.

In occasione del Giubileo del 2000, in seguito ad un radicale intervento di pulizia della chiesa, si procedette all’apertura dell’urna e constatato lo stato di trascuratezza in cui versavano le reliquie, mai ricomposte in una figura di cera, il responsabile diocesano della custodia delle reliquie, in accordo con l’allora parroco, conferì una nuova sistemazione ai resti del presunto martire. Il corposanto è stato smembrato: le parti ossee sono state collocate in una cassetta sulla quale è posta una targhetta con la seguente iscrizione: Resti di un cristiano, chiamato Vincenzo, deposto nella catacomba di Ciriaca a Roma, trasportati a Quarona nel 1677.

A chiusura del vano in cui è collocata l’urna, venne realizzata una tela, opera del pittore Pier Francesco Gianoli da Campertogno, che fungeva quindi da ancona o pala d’altare e che oggi è posizionata sulla parete sinistra della navata. Il quadro, ricordato nel 1703, rappresenta in alto la Santissima Trinità mentre, nella parte inferiore, compaiono appunto San Vincenzo, in abiti da milite romano, San Giuseppe, riconoscibile per il bastone fiorito e, in secondo piano, la Beata Panacea; sulla destra un santo non immediatamente identificabile per la mancanza di specifici attributi.

La ricorrenza annuale in onore di Vincenzo, definita, in un documento non solum ex devotione sed quasi ex praecepto, era fissata tra la fine di luglio e l’inizio di agosto e fu celebrata fino al primo dopoguerra.

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