Val Sesia
Giustino – Grignasco
Giustino – Grignasco
In una cappella che si apre all’interno della grande chiesa parrocchiale di Grignasco, superba costruzione a pianta centrale opera dell’architetto Vittone, è conservata una pregevole urna che racchiude le ossa di Giustino. Grazie al documento di riconoscimento canonico delle stesse, avvenuto presso la curia di Novara il 30 novembre 1759 e conservato nell’archivio della parrocchia, la storia di queste reliquie può essere ricostruita nel dettaglio.
L’allora vescovo Balbis Bertone aprì la cassa lignea giunta quello stesso giorno da Roma, via mare fino a Genova, che conteneva l’urna di argento e cristalli in cui erano state già sistemati i resti del presunto martire. La lettera di accompagnamento attestava che il corpo, di nome proprio, proveniva, con il relativo vas sanguinis, dalla catacomba di Priscilla ed era stato autenticato da Ferdinando Maria de Rossi, Patriarca titolare di Costantinopoli, in quel periodo tra i vescovi vicari e vicegerenti della curia romana, il quale lo aveva consegnato a Francesco Antonio Marietta, rappresentante dei grignaschesi residenti in Roma. Il corposanto venne dunque procurato dagli emigrati nell’Urbe, i quali commissionarono anche l’urna per conservarlo e le cui spese di realizzazione, furono loro rimborsate dalla comunità.
Il 2 dicembre 1759 le reliquie arrivarono nel paese ai piedi del Monte Fenera e furono temporaneamente deposte nella chiesa di Santa Maria di Bovagliano, già antica parrocchiale poco distante dal paese, in attesa che si organizzasse una solenne cerimonia di accoglienza e si predisponesse un luogo dove degnamente collocarle. In sole due settimane il falegname locale Giovanni Pietro Vinzio realizzò, sull’altare maggiore dell’allora parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, una struttura lignea per collocarvi l’urna.
La solenne traslazione avvenne il 23 dicembre successivo, al termine di una processione iniziata dalla chiesa di Bovagliano e accompagnata dallo sparo festoso di mortaretti. Per l’occasione la chiesa delle Grazie venne tutta illuminata con torce e candele, vennero stampate cinquecento copie di sonetti composti ad onore del santo e, lungo il tragitto, vennero esposti dei grandi cartelli con scritte in latino esaltanti le virtù del creduto martire, composti da Giovanni D’Alessandro Preti. A predicare per la circostanza, tessendo un panegirico del santo, venne invitato don Giovanni Battista Croce, canonico di Borgosesia.
Le reliquie di Giustino restarono in questa sede fino al settembre del 1783, quando l’urna, insieme ad altre reliquie e arredi della chiesa, fu trasferita nella nuova parrocchiale dell’Assunta, in una cappella appositamente pensata per la sua conservazione e venne sistemata al di sopra della mensa dell’altare. Nel maggio del 1944, in seguito alla benedizione da parte del vescovo di Novara monsignor Leone Ossola di una grande statua del Sacro Cuore di Gesù, il prezioso reliquiario venne purtroppo spostato e collocato sotto la stessa mensa, dove ancora è custodito. Attualmente le ossa non sono più visibili dietro i cristalli, in quanto coperte con un drappo rosso; l’urna di San Giustino sembra che sia stata realizzata ispirandosi a disegni elaborati dallo stesso architetto Vittone
Nella sacrestia è custodito un altro reliquiario, di cui si ha notizia a partire da un inventario del 1763, che contiene un osso della mano di San Giustino ed era utilizzato per la benedizione degli infermi nelle cui abitazioni veniva portato. Autore dell’opera, in lamina d’argento sbalzato su supporto di legno, fu il noto argentiere romano Nicola Lorenzini.
Un culto pubblico nei confronti di Giustino è attestato solo a partire dal 1862; in quell’anno alcune persone si adoperarono, presso la Santa Sede e la Curia Diocesana, per ottenere l’autorizzazione a celebrare una festa annuale in suo onore nella seconda domenica di ottobre. Ottenuta risposta affermativa alla petizione, si organizzarono solenni festeggiamenti, con processione dell’urna per le vie del paese. Altri trasporti sono documentati, fino alla metà degli anni cinquanta del Novecento, da alcune fotografie esistenti presso la casa parrocchiale e notizie della festa si trovano anche sulle pagine dei giornali locali. Oggi tale celebrazione non è più osservata dalla comunità e nessuna forma di venerazione è tributata a quello che era un tempo considerato il compatrono di Grignasco.
L’unica immagine di San Giustino, cui è tutt’ora intitolato l’oratorio parrocchiale, è presente su di un artistico stendardo. Il ricamo lo rappresenta come un soldato romano, in piedi davanti ad un sarcofago aperto, il cui coperchio è sorretto da un angelo, mentre si volge supplice verso il cielo da dove un altro messaggero celeste scende per porgergli la palma del martirio.
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