Val Sesia

Felice – Arlezze

Felice – Arlezze

Le ossa di San Felice sono custodite all’interno di un’urna in un altare laterale della chiesa di San Giovanni Battista di Arlezze, frazione del comune di Valduggia, sulle colline vicino al massiccio del monte Fenera.

La reliquia venne recuperata dalla catacomba di Calepodio il 13 gennaio 1686 e ne venne fatta ufficiale ricognizione in loco il 7 maggio del 1687. Questo fu l’ultimo dei corpisanti che in quegli anni giunsero da Roma per arricchire le chiese del territorio valduggese. I documenti d’archivio consultati non sembrerebbero indicare per l’arrivo di questo corposanto, come per gli altri che giunsero negli anni ottanta del Seicento nei paesi limitrofi, un intervento particolare di specifici personaggi, laici o religiosi. Sembra invece che la loro provenienza dalle stesse catacombe (Calepodio e Callisto) e la contemporaneità della loro traslazione in Valsesia, sia da ricondurre all’iniziativa comune dei diversi parroci della zona, che nelle autentiche relative alle singole reliquie appaiono sempre come i beneficiari delle medesime. A loro volta essi poi donarono, come era loro facoltà, i corpisanti alle rispettive chiese parrocchiali.

I resti di San Felice, già autenticati dal sacrista pontificio monsignor Giuseppe Eusanio, furono nuovamente riconosciuti il 19 ottobre 1694, come attestato dall’atto notarile di Emiliano Pianazza. Essi furono poi ricomposti in forma di scheletro umano giacente, poi collocato nell’urna lignea che ancora lo ospita, nel giugno del 1733. Il teschio a vista è decorato con una corona floreale, mentre il manichino, con parti in legno, lascia intravedere, attraverso delle aperture, altri frammenti ossei. Con la mano destra Felice regge una spada, elemento del suo corredo da milite romano.

L’altare in cui vi è l’urna, purtroppo depauperata di alcuni elementi decorativi a causa di un furto, presenta una ricca decorazione in stucco. In alto, sulla cimasa, come già negli altari lignei seicenteschi, appare la figura del Padreterno tra due angeli musicanti; al di sotto della sua figura, sopra la cornice che delimita la nicchia, vi sono altri due putti, mentre due figure maschili, a modi cariatidi, decorano la parte sommitale delle due colonne laterali. Ai lati dell’altare due statue rappresentano le virtù della Fede e della Fortezza (o la Carità) in simbolico riferimento al martirio di Felice. Tutto questo apparato di figure è opera dello scultore e stuccatore Cattaneo, originario di Locarno Sesia, che lo mise in opera, grazie alla munificenza degli abitanti della località, nel 1820.

Con decreto vescovile di monsignor Vittorio Filippo Melano, datato 28 agosto 1799, il ricordo di San Felice, liturgicamente celebrato con grado di commemorazione all’interno della celebrazione eucaristica, venne assegnato alla prima domenica di settembre, giorno che ancora oggi la comunità di Arlezze dedica al santo.

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