Val Sesia

Cirillo – Cellio

Cirillo – Cellio

Nella grande parrocchiale di Cellio, sul lato destro dell’edificio, si apre la cappella dedicata a San Cirillo, di cui dagli anni settanta del XVII secolo il paese conserva le reliquie, che arrivarono a Cellio come dono del nobile Giuseppe Leopoldo Gera di Milano, destinatario indicato sull’autentica che ne certificava la provenienza dal cimitero di Ciriaca e datata 2 settembre 1675 a firma di Giuseppe Cesare Aquilano prefetto della Sacrestia Apostolica.

Come da sua facoltà, egli le trasmise a don Giovanni Antonio Rosario, uno dei due sacerdoti allora residenti nel paese. Il riconoscimento ufficiale dei resti deposito avvenne presso la curia vescovile di Novara il 23 marzo del seguente 1676; dopo aver constatato l’integrità dei sigilli e l’autenticità della documentazione, la cassetta contenente le ossa di Cirillo venne consegnata alla parrocchia di Cellio.

Dopo alcuni mesi in cui si iniziò a progettare una degna collocazione per il corposanto, il 26 luglio successivo venne compiuta una nuova solenne ricognizione nella chiesa parrocchiale. Della composizione delle ossa venne incaricato il frate cappuccino padre Marco da Lomazzo, che conferì alle reliquie l’assetto che ancora oggi si può osservare. Per dare una degna collocazione al nuovo santo giunto da Roma, venne realizzata una cappella, quasi a ridosso del presbiterio. Il grande altare   presenta una ricca ancona di legno dorato e dipinto, divisa in due spazi: quello inferiore, in cui è collocata l’urna che custodisce il corposanto e quello superiore, dove si può ammirare una tela che ne rappresenta il presunto martirio.

L’urna che oggi custodisce il corposanto non è più quella seicentesca, anche se quando venne sostituita, nel 1904, se ne ripropose la forma e se ne riutilizzarono i fregi in argento. Già nel 1677 i resti di quello che era ritenuto il vasetto del sangue furono inseriti in un reliquiario di legno che, nel 1741, verrà poi sostituito con quello di rame argentato che ancora li conserva. Fino al 1990 il ricostruito cranio di Cirillo si presentava a vista dell’osservatore; in quell’anno è stato ricoperto da un’artistica maschera in argento, opera della scuola milanese Beato Angelico.

Cirillo è immortalato, oltre che nel momento della morte, anche sulla volta della cappella, mentre viene condotto dagli angeli nella gloria del Paradiso e, come milite romano con elmo sul capo, sul battente di sinistra esterno della bussola all’ingresso della chiesa. Due ex voto, risalenti al XVIII secolo ed appesi accanto all’altare, testimoniano la devozione al santo, cui è dedicata una festa annuale nell’ultima domenica di ottobre.

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