Ossola

Tigride – Domodossola

Tigride – Domodossola

Il 28 dicembre del 1843, da un loculo del cimitero di Ciriaca presso il Verano, vennero recuperate le ossa di una ragazza di nome Tigride. Sulla sua tomba si leggeva l’iscrizione: TIGRIDI FIL\ IAE\ QUAE VIX\TANNIS XVIIII\IUSTINA MATER FECIT IN P, che si traduce: alla figlia Tigride, che visse diciannove anni, la madre Giustina pose in pace.

Il testo venne riportato sul documento di autentica che fu rilasciata dal cardinal Patrizi, il 9 gennaio del 1844, a don Paolo Durio, cui le ossa della creduta martire, contenute in una cassetta di legno, vennero concesse. Questi, dopo averle fatte assemblare in un manichino in cera, le trasmise all’abate Antonio Rosmini, allora padre generale dell’Istituto della Carità da lui stesso fondato. A sua volta, il futuro beato concesse il corposanto alla casa delle Suore della Provvidenza di Domodossola.

Con documento del 20 dicembre 1845, l’autorità ecclesiastica diocesana delegò don Giuseppe Mellerio, rettore del collegio che poi ne prenderà il nome, a farne ufficiale ricognizione. Il 31 dello stesso mese, alla presenza dello stesso Rosmini, dell’arciprete e vicario foraneo don Guglielmo Vecchietti, dei canonici della Collegiata don Luigi Guglielminetti e don Saverio Baiocchi, si procedette al riconoscimento del corpo

Nel 1848, l’allora vescovo di Novara Giacomo Filippo Gentile concesse il permesso dell’esposizione al culto della reliquia, deposta entro una elegante urna, munita di cristalli. Soltanto nel 1890 il corpo di Tigride, che fino ad allora era deposto in una cappella interna del monastero delle suore, venne trasferito in una apposita nicchia aperta sulla parete destra dell’altare della chiesa di San Giuseppe, ove ancora è possibile vederlo.

Una nuova ricognizione venne fatta nel 1913, autorizzata dal vescovo Giuseppe Gamba, da parte del professor Umberto Scatturin; il corposanto venne riordinato e rivestito di nuove preziose vesti di stoffa, appositamente realizzate dalle Suore Rosminiane.  Non risulta che sia mai stata celebrata una festa pubblica in onore del giovane cristiana; tuttavia, all’interno dell’urna sono inserite delle fotografie di persone che testimoniano una devozione nei suoi confronti da parte di singoli fedeli.

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