Borgomanerese e Aronese

Giulia e Vittoria – Arona

Giulia e Vittoria – Arona

Nella chiesa di quello che fu, fino a non molti anni fa, il monastero della Visitazione di Arona, città sulla sponda piemontese del lago Maggiore, sono conservati i corpisanti di Giulia e Vittoria. Le due reliquie giunsero in momenti diversi presso la comunità delle Visitandine ma vennero accumunate nel culto e nelle modalità della loro sistemazione.

A donare il corposanto di Giulia fu la nobildonna Giulia Borromeo che, a sua volta, ebbe in dono i sacri resti dal cardinal Carpegna, come attesta l’atto di donazione recante la data del 29 agosto 1703 redatto presso la curia di Milano, diocesi cui allora apparteneva il borgo di Arona.

Le ossa della presunta martire vennero portate al luogo destinato il 12 ottobre del 1704, con processione, partita dalla collegiata di Santa Maria, che percorse le vie della cittadina. Alla solenne funzione parteciparono, come ricordano le cronache dell’avvenimento, molti napoletani che si trovavano in quel tempo ad Arona, che animarono il religioso corteo, guidato dal sacerdote don Giovanni Caracciolo anch’egli originario della città partenopea, con canti e suoni, mentre come predicatore venne chiamato un padre cappuccino, che seppe infiammare i presenti suscitando sentimenti di pietà e compunzione.

A distanza di oltre un secolo, nel 1847, un altro corposanto, quello di Vittoria, venne donato al monastero da suor Maria Angela Pizzamaglio, superiora della Visitazione di Roma. Per una sistemazione più consona al mutato gusto estetico e alla sensibilità devozionale del tempo, i resti di Giulia fecero ritorno nell’Urbe per essere sistemati in modo analogo a quelli di Vittoria. Le ossa di quest’ultima erano state recuperate dalla catacomba di Ciriaca, al Verano, il 26 marzo del 1846 e appunto concesse, come riportato sul documento di autentica, alla religiosa.

A Roma vennero realizzati due manichini in ceroplastica, riproducenti le ideali fattezze delle due presunte martiri, che furono poi inviati ad Arona e accolti con gioia dalla popolazione il sabato precedente la seconda domenica di ottobre del 1849. Il giorno successivo si tenne una festa solenne, con trasporto processionale delle urne che per una settimana restarono esposte nella parte esterna della chiesa monastica. Considerando il tempo in cui le due statue vennero realizzate e osservandone la composizione, si potrebbe ipotizzare che i due manufatti siano opera della bottega degli Scevola.

Il popolo aronese nutrì, fin dal momento del loro arrivo, una particolare devozione verso queste due Sante alle quali si raccomandò, in modo particolare, nel contesto della Prima Guerra Mondiale. In occasione dell’ultima ricognizione, avvenuta nel gennaio del 2007, è stato infatti ritrovato, tra le mani di entrambe le Sante, uno scritto con cui a loro si raccomandava la protezione dell’intera città. La loro ricorrenza annuale era celebrata durante i giorni di carnevale quando, dal Giovedì Grasso fino al Mercoledì delle Ceneri, le due urne venivano esposte alla venerazione dei fedeli.

Attualmente presso il complesso della Visitazione vive una comunità ortodossa della Chiesa Russa, che celebra le proprie funzioni all’interno della chiesa dove, sotto le mense dei due altari laterali, sono collocati i due corpisanti, ora oggetto di particolare attenzione da parte di questi fratelli cristiani.

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