<<Deus iudex iustus fortis et longanimis nunquid irascetur per singulos dies. EUOUAE

Dio è un giudice giusto, forte e paziente; Sarà forse per sempre adirato? – seguono le vocali delle parole finali del Gloria Patri = saecolorum amen, sopra le quali è posta la melodia conclusiva del tono salmodico>> (f. 1v. e p. 1); .

L’antifonario contiene le antifone del tempo liturgico che va dalla vigilia di Pentecoste, fino alla domenica XXIV e ultima dopo Pentecoste, comprese in coda le domeniche III-IV-V-VI dopo l’Epifania.

Il codice, membranaceo, presenta una numerazione doppia per pagine, in inchiostro nero in alto e in mezzo al margine esterno delle carte. La rigatura è ad inchiostro bruno per il testo e rosso per la musica. La scrittura è una gotica libraria (si individuano due mani) in inchiostro nero; titoli e iniziali rubricati in rosso. Sei linee di testo si alternano a sei righi musicali (tetragramma rosso, notazione musicale quadrata). La legatura è formata da due tavole di legno rivestite di pelle marrone, fissata con chiodini e lamine. Piatti e labbri parzialmente ricoperti di lamina decorata a sbalzo a motivi floreali, monogramma IHS. Sul piatto posteriore è presente una targhetta in pergamena ovina fissata con sei borchie recante l’intitolazione A[nti]ph(on)a(rium) p(ri)ma dom(inica) post Penthecostem e targhetta esagonale con scritta “h” in inchiostro nero.

La decorazione miniata rivela lo stesso stile del codice Cap. 6 (già G), per cui si ritiene che possa avervi lavorato lo stesso artista. L’unica miniatura figurata rappresenta il Salvatore benedicente, è di una raffinatezza superiore anche alle scene miniate del corale suddetto. Il volto del Cristo, infatti, è particolarmente espressivo e mostra dei tratti fisionomici bramanteschi. La mise en page dell’incipit di questo codice è impreziosita da un’elegate fregio incorniciato a punta con motivi floreali.