Le reliquie e i reliquiari di Sant'Agata

I luoghi che ne rivendicano il possesso

I luoghi che ne rivendicano il possesso

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Oltre a Roma, Siponto e Lucca rivendicano il possesso di un seno di sant’Agata, mentre i resti di un altro sono ugualmente visibili a Catania in un reliquiario-mostranza italiano della prima metà del XVII secolo. A Parigi un reliquiario fu donato alla chiesa di Saint-Merri dalla regina Ysabeau con l’iscrizione hoc est mamilla beate Agathe virginis et martyris (mammella della beata Agata vergine e martire): le donne lo invocano per tutte le malattie del seno, particolarità agiografica che spiega in certi luoghi anche il patrocinio delle balie.

Le altre reliquie corporali qui elencate sono più consuete: frammenti del capo a Volterra e a Nevers, una mascella a Capua, un pezzo di braccio a Douai, o un dente ad Angers e Maastricht. Più vaga è la menzione di ossa a Soissons, Capri, Beaupré e Chelles, o di capelli tra le reliquie depositate a Saint-Magloire di Parigi in occasione delle traslazioni bretoni della prima metà del X secolo, o all’abbazia benedettina di Zwiefalten intorno al 1138. Il Mont-Saint-Michel aveva un osso del braccio di Agata associato a uno di sant’Agnese, «incastonato in un braccio di argento dorato e arricchito con alcune pietre, con la mano in legno, alto un piede e sette pollici, largo cinque». Fu Roberto de Torigni, abate di Mont-Saint-Michel, a far realizzare (1184) la custodia per una reliquia agatina portata da Tommaso Bruni, cancelliere di Ruggero II di Sicilia.

Tutte queste notizie sono documentate in particolare negli inventari dei tesori delle chiese, molti dei quali sono stati realizzati nel XIX secolo.

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