Chiesa di Santa Maria in Augia, Bolzano
Progetto pastorale e vita ecclesiale
Progetto pastorale e vita ecclesiale
La costruzione della Bolzano operaia -di madrelingua quasi esclusivamente italiana, costituita da abitanti provenienti da tutta la penisola qui trasferitisi per motivi di lavoro- si snoda lungo il corso del Novecento, a partire dal periodo fascista fino agli anni Cinquanta del XX secolo e si configura come un laboratorio di diversi modelli urbani corrispondenti alle sue diverse fasi. Tra questi, particolare interesse riveste l’area delle Semirurali, 24 ettari originariamente caratterizzati da piccole casette su due piani, ciascuna con 4 appartamenti, circondate da un appezzamento di terreno. Un modello che non era solo urbano ma anche sociale: le famiglie operaie che le abitavano avevano a disposizione un orto da poter coltivare per impegnare il proprio tempo libero al di fuori della fabbrica. Un misto, perciò, tra civiltà industriale e retaggio agricolo.
Degradato, il quartiere viene abbattuto all’inizio degli anni Settanta, per essere sostituito con nuove tipologie, più intensive. La città, infatti, ha bisogno di un numero molto superiore di alloggi rispetto a quelli precedenti: si parla della necessità di insediare 8000 nuovi abitanti. Alle piccole casette si sostituisce così un sistema di edifici più densi, con alloggi pensati per famiglie numerose, realizzato a seguito di una serie di concorsi. In questi anni inizia a porsi la questione di agevolare la mixitè degli abitanti insediati, favorendo, con specifica normativa, l’inserimento di famiglie non solo italiane ma anche di lingua tedesca (nella misura del 40%).
Si pone dunque il problema di corrispondere alle esigenze sociali, ricreative e religiose di un corpo di abitanti di lingua e tradizione tedesca che vengono ad insediarsi dentro una compagine prettamente italiana, favorendo, per quanto possibile, l’integrazione e lo scambio tra le due componenti. Presso la Parrocchia di Don Bosco -fondata negli anni ‘40 in occasione della conclusione della costruzione del quartiere delle Semirurali- viene istituita così nel 1977, in solidum, la Parrocchia di lingua tedesca intitolata a S. Maria in Augia (Maria in der Au), la cui denominazione riprende l’antico nome del limitrofo monastero femminile situato lungo le rive del fiume Isarco, di cui ancora oggi sono visibili i resti.
La sua competenza è sovraterritoriale ed è estesa anche ai fedeli di lingua tedesca delle parrocchie limitrofe: si configura così una rete pastorale distribuita su tutto l’ovest bolzanino che condivide gli spazi con le parrocchie di lingua italiana, facendo vivere le tradizioni degli abitanti provenienti dalle vallate in una nuova dimensione fatta di relazioni e rapporti coltivati grazie alla tenacia del parroco e dei laici che lo coadiuvano. Una dimensione in cui, mancando un “luogo” specifico di riferimento, la presenza fisica sul territorio e la disponibilità ad andare casa per casa del sacerdote è fondamentale. In questo contesto, la costruzione del Centro pastorale -su cui inizialmente i vertici diocesani erano perplessi- va nella direzione di realizzare spazi complementari a quelli già esistenti, da usare in una dimensione collaborativa e corale tra le varie parrocchie, conseguendo al contempo il risultato di dar casa e rappresentare dentro il tessuto urbano la dimensione religiosa di una delle sue componenti costitutive. Con la sua realizzazione, infatti, la Parrocchia non ha perso il suo retaggio di realtà “in uscita”, mantenendo bensì costante la sinergia con la Parrocchia italiana di Don Bosco con cui continua a condividere attività ed esperienze nella consapevolezza che, nel frattempo, la realtà circostante si è fatta sempre più multiforme dovendosi confrontare con la progressiva multietnicità del quartiere che, al dualismo italiani-tedeschi, ha sostituito una composizione di provenienze molto più variegata da accogliere e integrare. Gli spazi aggregativi sono usati per attività pastorali e ricreative sia per la comunità, che vi si ritrova sempre dopo la Santa Messa per momenti conviviali e non solo. La chiesa è tra quelle, in Diocesi, ove si celebra secondo il Rito tridentino.
Progetto liturgico e programma iconografico
Please , update your browser