Chiesa di San Pio X, Bolzano
Progetto liturgico e programma iconografico
Progetto liturgico e programma iconografico
Il progetto iniziale è prettamente preconciliare, fortemente strutturato su una assialità longitudinale, con due altari laterali, e l’altare maggiore addossato alla parete di fondo, separato dall’assemblea tramite un sistema di balaustre.
L’opportunità data dall’interruzione dei lavori in concomitanza con il Concilio dà la possibilità di reinterpretare il progetto per rendere coerente lo spazio con le nuove prospettive introdotte.
Cita una nota della Curia vescovile di data 14.4.1967: “naturalmente la costituzione sulla liturgia non dà soluzioni miracolistiche, ma afferma continuamente la necessità da parte dei sacerdoti di stimolare gli architetti a concepire con una maggiore aderenza alla comunità del popolo che prega l’ambiente sacro; si tratta quindi di mettere a punto attraverso le strutture e segni esterni un duplice dinamismo di azione e di ricezione: un messaggio pronunciato con dignità e con chiarezza che raggiunga effettivamente il destinatario santificandolo”.
In tale prospettiva si è mossa la variante al progetto originario che ne ha ripensato l’architettura ponendo al centro l’altare e riverberando questa scelta in tutte le sue articolazioni -dal movimento delle pareti laterali che conchiudono lo spazio, alla copertura che si innalza sopra di esso, alla luce che qui è più netta che altrove. Secondo il Concilio, infatti, prosegue la stessa nota della Curia, “ogni elemento dello spazio sacro è nettamente dichiarato, non vi sono duplicati; in ogni momento della preghiera pubblica, oppure privata, si deve poter abbracciare l’intero panorama del tempio e misurare tutto l’itinerario che converge all’altare e dall’altare discende e l’organizzazione dello spazio sacro ha un’efficacia decisiva nello stabilire il clima sacro dell’assemblea”.
La soluzione adottata è chiaramente sperimentale, attuandosi proprio a ridosso dell’emanazione dei documenti conciliari. Su una pedana trovano spazio altare e tabernacolo mentre nei disegni originali non è previsto né l’ambone né la sede. L’assemblea prosegue alle spalle dell’altare.
Tali aspetti, non prettamente funzionali, saranno successivamente emendati con la realizzazione dell’attuale sistemazione che prevede la conclusione del presbiterio con una quinta che accoglie la sede del celebrante e i sedili dei ministri mentre il tabernacolo è spostato nella parte posteriore, verso la parete di fondo ove, su una croce di luce artificia le, campeggia il Crocifisso. Questa parte dell’aula liturgica è stata così trasformata -seppur in modo non del tutto definito- in spazio per l’adorazione eucaristica, estensione dell’assemblea durante le celebrazioni solenni e, talvolta, in spazio per il coro.
Inoltre, mentre il Battistero continua a trovare spazio nella nicchia situata tra le due porte d’ingresso, le nicchie laterali non ospitano più soltanto i confessionali, ridotti di numero. Per tali spazi, Loris Cavallari, un artista legato alla Parrocchia, ha predisposto in più tempi opere in smalto su rame dedicate a scene bibliche sul tema dell’acqua in relazione al Fonte battesimale cui fanno corona, la Madonna e il Patrono, San Pio X, introducendo, a posteriori, una componente artistico-figurativa inizialmente non prevista.
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