Chiesa della Regina Pacis, Bolzano
Progetto pastorale e vita ecclesiale
Progetto pastorale e vita ecclesiale
La costruzione della “nuova Bolzano” -avviata già all’inizio del Novecento e trasformata in un progetto strategico dal regime fascista- costituisce un’operazione non solo di carattere urbano ma anche sociale ed economico in quanto si basa sull’obiettivo di fare della città il capoluogo amministrativo ed economico del territorio attraverso l’insediamento di servizi e, soprattutto, di industrie. La costruzione della città procede così per parti: prossima alla città storica, lungo il torrente Talvera, la nuova città della borghesia e delle istituzioni; oltre l’Isarco, la città delle industrie; al centro, nel triangolo tra i due corsi d’acqua, la città popolare.
La Bolzano dei quartieri popolari della prima metà del Novecento viene costruita per dare casa alle famiglie italiane che qui si trasferivano da tutte le parti della penisola -in particolare dal Veneto e dal Meridione- per lavorare nelle fabbriche oltre l’Isarco. È una città, questa, fatta di abitazioni, pochi sono i servizi previsti; ma soprattutto è una città “isolata”: i suoi abitanti vivono tra pari, frequentano solo altri operai, italiani, in quanto la vita è scandita dai ritmi del lavoro; ogni occasione di vacanza è colta per “tornare al paese” mancando quindi ogni possibilità di relazione col territorio e la società circostante.
In questo contesto sorge all’inizio degli anni Cinquanta, la volontà di dotare il nuovo quartiere di un polo di riferimento religioso che potesse essere tuttavia concepito anche come luogo di aggregazione di una comunità che ne era altrimenti priva. L’idea del parroco fondatore, don Lino Giuliani, è quella di affiancare al complesso parrocchiale vero e proprio un cinema-teatro che potesse divenire un punto di attrazione per giovani e adulti, coniugando la pastorale con attività ricreative e formative entro uno sguardo socio-culturale cristiano. Anche grazie al grande contributo dell’Azione cattolica -rimangono negli annali le conferenze tenute dai grandi dirigenti del Movimento, tra cui Oscar Luigi Scalfaro- il “Cinema-teatro Cristallo” diventa noto dentro e fuori dal dal quartiere, confermandosi come uno spazio molto frequentato soprattutto dalla comunità bolzanina di lingua italiana.
Le attività della parrocchia e del cinema-teatro rimangono complementari per alcuni anni, finchè, dopo alcuni decenni di declino, esso viene ristrutturato e concesso, tramite la Provincia, dapprima all’Orchestra Haydn e poi ad una rete di associazioni.
D’altra parte è molto cambiato anche il ruolo della Parrocchia nel tessuto urbano del quartiere.
Negli anni Cinquanta non c’erano altri poli di aggregazione e spazi comunitari; la partecipazione alle Sante Messe era molto consistente, soprattutto vista la provenienza e l’estrazione sociale dei nuovi abitanti (operai sì, ma tendenzialmente provenienti da regioni e ambiti culturali di forte devozione e appartenenza cattolica). Oggi, le famiglie giovani di un tempo si sono trasformate in nuclei più ridotti di persone, soprattutto anziane, spesso sole in appartamenti molto ampi (in particolare quelli di proprietà pubblica); i nuovi nuclei familiari sono più ridotti e non sempre frequentano la parrocchia; agli italiani immigrati a Bolzano si sono sostituiti gli stranieri di varia origine; si sono attivati in tutto il quartiere nuovi servizi e luoghi di riferimento alternativi a quelli parrocchiali.
La grande chiesa-tempio, sopraelevata rispetto alla strada, rimane segno visibile della Presenza cristiana nella città che tuttavia, oggi più che mai, è interpretata dalla parrocchia, dal parroco e dai laici, come missione in uscita ad aiutare, confortare e accompagnare i giovani e gli anziani, le fragilità del quartiere e non solo, grazie anche all’attività di gruppi missionari locali che operano in tutto il mondo.
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