Chiesa di Sant’Antonio Abate e San Nicolò, Laives
CARATTERI ARCHITETTONICI
CARATTERI ARCHITETTONICI
L’approccio progettuale prosegue la millenaria logica della “crescita”, senza compromettere la “memoria” del luogo: il nuovo sviluppo avviene infatti su un asse ribaltato di 90° rispetto alla navata storica, conservata come nartece con diverse funzioni liturgiche. L’abside gotica diventa custodia eucaristica e cappella feriale, ma ospita anche l’immagine mariana della Pietà di Pietralba; l’altare maggiore ottocentesco è stato spostato contro il perimetro absidale, ricavando spazio per un’assemblea compatta di alcune decine di persone, orientata verso un presbiterio che pone la mensa dell’Eucaristia e la mensa della Parola su posizioni asimmetriche rispetto all’asse longitudinale dell’edificio, ottenendo l’esito sia di sottolineare il ruolo unitario di entrambe le mense (pur restando la centralità spaziale dell’altare), sia di evitare la sovrapposizione di segni assiali con il già monumentale altare storico. Nuove vetrate schermano le aperture absidali.
La navata neo-gotica ottocentesca conserva la funzione di cappella penitenziale (per ora con i confessionali storici, ma è in previsione un nuovo spazio per la confessione) e di spazio battesimale (non ancora realizzato in modo permanente); il pulpito ottocentesco potrebbe assumere la funzione di ambone del battistero; sotto la cantoria è ancora conservato la storica custodia per gli oli.
La nuova aula liturgica è connessa all’organismo preesistente mediante tre varchi aperti nella parete laterale nord della chiesa sezionata longitudinalmente sulla porta laterale sud della stessa. L’aula adotta una disposizione dell’assemblea frontale, ma molto sviluppata trasversalmente: sullo spazio asimmetrico dell’ampia pedana lignea presbiteriale, assume un ruolo centralizzante il blocco ligneo cubico dell’altare, affiancato da tre monumentali candelieri a terra. A sinistra è collocato l’ambone, proiettato diagonalmente verso il centro geometrico dell’assemblea; alle spalle, la sede del presidente. Una lunga panca per i ministranti segue la parete di fondo, terminando con la credenza, progettata in modo integrato con il resto dell’allestimento e dotata di supporto per la croce processionale. Un sistema di rampe consente la piena accessibilità della pedana, sollevata di due alzate per consentire una visibilità ottimale da parte dei fedeli, disposti su un piano leggermente inclinato.
L’assemblea può prender posto su lunghe panche, separate solo da un corridoio centrale cruciforme; di fronte all’ingresso della sacrestia è stato lasciato uno spazio di rispetto per l’ingresso processionale, definendo così anche un disegno convergente delle panche verso l’altare.
Nell’ambito del progetto architettonico è stato previsto un ruolo importante per il coro e per un nuovo organo a canne. Abbandonata una prima ipotesi con tribuna sollevata al di sopra della sacrestia, la comunità e i progettisti hanno optato per una soluzione più unitaria, in cui lo spazio per coro e organo è a sinistra del presbiterio, in un vano schermato da una griglia lignea che prosegue idealmente il volume interno della chiesa, ma che consente la dilatazione sonora e luministica dello spazio. Una pedana elevatrice mobile può articolare su più livelli i posti del coro, alle spalle del quale si trova l’unica ampia vetrata perimetrale della nuova aula, traslucida.
L’aula liturgica è sostanzialmente monomaterica e aniconica — ad eccezione della croce gloriosa dorata sospesa sulla mensa — lasciando il mondo dell’immagine policroma confinato all’interno dello spazio storico. L’altare, l’ambone e la sede sono in legno, come la foderatura dell’intero spazio interno, modellati dai due artisti Manfred Alois Mayr e Carmen Mtiller con la medesima logica dinamica dell’edificio. La “prima pietra” è invece una lastra metallica che indica simbolicamente i santi patroni della parrocchia: il Tau di Sant’Antonio Abate e le tre sfere auree di San Nicola di Myra.
La chiesa storica, restaurata dopo il completamento della nuova aula liturgica, conserva intatto l’apparato iconografico e devozionale sui due altari a fianco dell’abside, sull’arco trionfale, sulla volta e sui sostegni laterali. La tela con i due santi patroni della parrocchia, già sull’altare maggiore, è ora collocata sulla parete laterale dell’abside.
Il nuovo spazio liturgico è fortemente coeso, grazie alla dialettica tra l’omogeneità dei materiali di rivestimento (tavole di acero, in parte fonoassorbenti) e la pluralità delle sorgenti luminose naturali (con diversi trattamenti delle superfici vetrate). La luce penetra da un lucernario lineare posto sopra la pedana absidale, ma anche dalla parete traslucida dietro lo schermo del coro e dalla galleria vetrata di separazione dalla chiesa storica. L’illuminazione artificiale è integrata nel soffitto ligneo.
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