Le Madonne di Antonello Gagini e della sua scuola nella Diocesi di Caltagirone

Nostra Signora delle Grazie a Vizzini

Nostra Signora delle Grazie a Vizzini

Il simulacro marmoreo di Nostra Donna della Grazia, anche detta la Madonna bianca, è custodito nella chiesa dei Padri minori osservanti di Santa Maria di Gesù in Vizzini. Una segnatura riporta il nome del Gagini e la data del 7 luglio del 1527. Assimilabile al gusto gaginiano l’opera offre interessanti argomentazioni di indagine che meritano di essere ulteriormente approfondite. L’opera venne menzionata dal Sac. Girolamo Di Marzo nella propria opera intitolata: L’antica Bidi oggi Vizzini edita a Palermo nel 1846. Più avanti, Gioacchino Di Marzo la ricordava nella sua monumentale opera inerente i Gagini e la scultura in Sicilia edita a Palermo nel 1880 evidenziando alcune perplessità in merito all’effettiva paternità di Antonello Gagini. La Statua della Madonna Bianca di Vizzini è posta su uno scannello recante l’iscrizione in maiuscola capitale DEDICATAAS. M. DE LAGRATIA ADI 7 IULI 1527. Lo scannello è ripartito in tre riquadri scolpiti e recanti tracce di colore. Sul lato sinistro è raffigurato San Francesco che riceve le Stimmate, sul riquadro centrale è realizzata a bassorilievo la scena della Natività, in stretta connessione per iconografia e stile con la Madonna della Consolazione a Caltabellotta, opera documentata di Antonello. Il riquadro sul lato destro presenta le figure dei Santi Sebastiano e Vito, venerati a Vizzini. La Madonna col Bambino ed il Cardellino, simbolo della Passione, pur nella sua monumentale composizione, è resa armoniosa e dolce grazie alla reinterpretazione in chiave classica del flessuoso hanchement di tradizione gotica: lo scarto del busto da parte della Madonna per sorreggere e guardare negli occhi il Bambino. Antonello trasforma in elegante bilanciamento il reciproco scambio corrente di affetti, l’intensa concentrazione di sguardi, le incalzanti linee che concatenano i due corpi, la sollecitudine materna di Maria.
La scultura presenta nelle vesti i modelli decorativi propri dei Gagini, purtroppo non resta quasi nulla della doratura, ma sono visibili i patroni con il motivo della griccia che si assomma ad altri elementi floreali, le tracce del bolo sui patroni confermano la doratura. Risulta evidente la cromia nella parte interna del manto, negli occhi, nella bocca, nei capelli della Madre e del figlio. Sul mantello della Madonna è visibile il sigillo con lo stemma dei PP. Minori Riformati: la Croce e il braccio nudo di Cristo e il braccio di San Francesco coperto dal saio. 

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