L’opera venne scolpita nel 1532 su commissione di suor Pellegrina Minardo, badessa del monastero benedettino di Caltagirone annesso alla chiesa del SS.mo Salvatore; la data si legge nella parte destra del basamento, che riporta nell’altro lato lo stemma di casa Minardo, e di fronte un bassorilievo della Madre di Dio che sorregge il Bambino, il quale con una sega è intento a dividere in due parti un monte, rappresentando le insegne della Madonna di Monserrato. Sebbene la scultura non sia firmata, viene attribuita con il parere concorde della critica ad Antonello Gagini in quanto in essa si traduce la rigorosa geometria addolcita da movenze plastiche ereditata dalla lezione di Francesco Laurana. La statua poi nell’atteggiamento somiglia a non poche altre madonne, che il sommo Antonello scolpì, portando sul braccio sinistro  il divin figliuolo, che tenendo in mano un uccelletto, vispo e festante si volge allo spettatore.

In seguito, il 30 ottobre del 1616, Giandomenico Gagini figlio di Antonello Gagini firmò una obbligazione con la quale garantiva di decorare la cappella di Nostra Donna di Monserrato nella chiesa del monastero del SS.mo Salvatore di Caltagirone, dove fu posta e fin oggi si vede la statua scolpita dal padre. Il culto catalano della Madonna di Monserrato è strettamente connesso alla presenza dell’Ordine benedettino in Sicilia, che gravitava politicamente e culturalmente intorno al Regno di Spagna, in particolare alla Catalogna da dove si era diffusa la devozione verso la Vergine del Monserrato. In numerosi centri della Sicilia i mercanti catalani e le famiglie che accompagnavano le guarnigioni vollero dedicare alla Madonna della Catalogna le loro chiese tra il XIV ed il XVI secolo a Messina, Agrigento, Catania, Adernò e Caltagirone. La statua, dalle forme eleganti, è inserita in una nicchia sormontata da una epigrafe non coeva che recita AVE FILIA DEl PATRIS AVE MATER DEI FILIUS AVE SPONSA SPIRITUS SANCTI AVE TEMPLUM SS:TRINITATIS.