Tre vescovi del Risorgimento biellese: storia e fede nelle lettere pastorali
Placido Maria Tadini (1829-1833)
Placido Maria Tadini (1829-1833)
Un vescovo al servizio della comunità ecclesiale
Placido Maria Tadini viene ricordato dagli storici della Chiesa come “uomo di grande ingegno e di sovrana erudizione nelle sacre e nelle profane discipline”. Gli anni di permanenza nel vescovado di Biella sono testimoniati dalle numerose lettere pastorali e circolari che emanò nell’arco dei tre anni del suo ministero dal 1829 al 1833, prima della sua elezione ad Arcivescovo di Genova.
Fin dalla sua prima lettera pastorale, si felicitava per il clero ormai “esatto osservatore dell’Ecclesiastica disciplina”; tuttavia la pratica religiosa in tutto il biellese accusava ancora i contraccolpi dell’ondata rivoluzionaria che aveva indebolito la fede e portato la santificazione delle feste a non essere più praticata da tutti.
Nelle lettere pastorali di mons. Tadini si rileva l’impegno con il quale il vescovo si curava della comunità ecclesiale. Si dedicò anche per questo fine alla visita pastorale – portata a termine in un solo anno – convinto fermamente che il peregrinare nelle parrocchie, tra la gente, fosse di grande aiuto nell’ accrescere la vera fede intesa come “Vangelo pratico’, insegnamento a cui uniformare ogni condotta umana. Non mancava nelle lettere scritte in preparazione alla Quaresima di invitare i fedeli alla penitenza e all’osservanza del precetto pasquale sebbene temperata dalla concessione pontificia che dispensava dal divieto di cibarsi di carne “in considerazione dell’enorme prezzo dei viveri”. Aveva a cuore tutti i preti: spendendosi a favore dei giovani aspiranti per dotare il Seminario dei Giuniori di ottimi professori e nuove regole, per il clero anziano fondando la casa di riposo. Con lettere pastorali mons. Tadini annunciava al popolo la morte del pontefice Pio VIII e dell’elezione del nuovo papa Gregorio XVI. Particolarmente significative e quanto mai attuali sono le pastorali e circolari emanate nella primavera del 1832, quando l’epidemia di cholera-morbus seminò il terrore nella città di Parigi e si diffuse il pericolo reale di contagio per gli stati sardi. La lettera pastorale fu accompagnata da un libretto di istruzioni pratiche per contenere l’epidemia l’“Istruzione popolare sui principali mezzi da impiegarsi per guarentirsi dal Cholera Morbus e sulle regole da seguirsi allorchè questo morbo si manifesta. Il colera colpirà l’Italia e la città di Biella durante l’episcopato del suo successore Giovanni Pietro Losana, quando Tadini era già stato eletto arcivescovo di Genova.
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