Tra XVII e XVIII sec: la Controriforma
Alcuni battisteri da visitare
Alcuni battisteri da visitare
San Carlo Borromeo, nelle sue Instructiones instructiones fabricae et supellectilis ecclesiasticae, richiede che il fonte sia coperto da un ciborio (in marmo o legno) terminante a cupola o a piramide, sormontato dalla statua di San Giovanni battezzante Cristo Signore. Laddove non fosse possibile ricavare uno spazio dedicato sufficientemente ampio, si suggerisce di delimitare una nicchia o una cappella chiusa da inferriata in metallo o in legno.
Il nostro territorio rispose in maniera differente a queste sollecitazioni, secondo le possibilità delle singole parrocchie: di fatto vennero mantenuti molti dei fonti quattrocenteschi, talvolta aggiornati con l’inserimento di elementi conformi alle nuove disposizioni. Anche in seguito alle osservazioni delle visite pastorali e apostoliche di fine Cinquecento, si ricavarono spazi adeguati per i battisteri e si realizzarono inferriate e cancelletti in ferro battuto. Tra le linee guida del Concilio di Trento vi era poi la chiarezza dei messaggi e molte delle simbologie medievali furono allora abbandonate, in virtù di iconografie più esplicite e immediate. In molti casi, ad esempio, si realizzarono sportelli di tabernacolo in legno scolpito o metallo con la raffigurazione del Peccato Originale con chiaro riferimento al battezzato che viene purificato durante il rito. In alcuni casi questa iconografia si aggiunge a quella del Battista e la rafforza.
Grazie alla buona disponibilità di materia prima e all’intervento degli esperti marmorai impegnati nei cantieri del territorio, molti fonti battesimali furono realizzati con intarsi in materiali preziosi: marmo bardiglio di Valdieri, alabastro di Busca, Nero, Giallo e Bigio di Frabosa.
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