I Padri della Chiesa nella Diocesi di Caltagirone
San Gregorio Magno
San Gregorio Magno
La Sicilia fu oggetto di un lungo e paziente impegno di San Gregorio Magno (590-604), nella travagliata fase di transizione dall’età tardoantica all’alto medioevo, la sua presenza risultò tangibile: Gregorio fece progredire l’isola: promosse gli studi umanistici, impegnò i propri averi per i bisognosi e per la fondazione di nuovi monasteri che curò puntualmente nei propri possedimenti di Sicilia, per la quale implorò la mitezza degli amministratori di Costantinopoli con ampie disserzioni amministrative.
Nella Diocesi di Caltagirone sono numerosi i segni della devozione al Santo, Padre e Dottore della Chiesa dal 1298.
A Caltagirone si ha notizia della confraternita di San Gregorio dal 1512, quando la chiesa di San Gregorio veniva ceduta dal Governatore titolare della confraternita, a Suor Fiorenza Modica, in presenza del notaio Nicolò Monteleone, nel parlatorio del monastero del SS.mo Salvatore. La badessa si impegnava a costruire a proprie spese un monastero, a mantenere l’intitolazione al Santo, ed a celebrarne le feste. I lavori di costruzione si protrassero per anni e vennero interrotti dal terremoto del 1534 e da quello del 1542. La chiesa di San Gregorio si collocava nella parte nord orientale della città, in prossimità della Chiesa Madre; venne gravemente danneggiata dal terremoto del 1693: dalle cronache locali si leggeva: «Cascò il Monastero di San Gregorio dell’ordine di San Benedetto quasi tutto, con tutta quasi la chiesa, e per miracolo di detto santo non morse nessuna delle Sign.re Monache».
Gli edifici vennero ricostruiti ed ultimati entro la terza decade del XVIII secolo. La chiesa presentava una pianta ad aula rettangolare il cui asse maggiore era orientato lungo l’asse est-ovest; l’abside era collocato ad ovest, l’ingresso principale ad est, una porta laterale consentiva un ulteriore accesso dalla salita della matrice. Lungo la parte settentrionale della navata erano disposti sei altari, lungo la parete opposta erano disposti due altari ed un portale d’accesso.
Nel 1738 cominciò la costruzione della torre campanaria ad ordini digradanti, progettata dal caltagironese Nicolò Commendatore. La pestilenza del 1743 ne interruppe l’ultimazione.
La chiesa venne ritratta nel 1827 dal giovane architetto tedesco Friedrich Hessemer che trovandosi di passaggio a Caltagirone e ne abbozzò uno schizzo della parte nord orientale che comprendeva anche la chiesa di San Gregorio, la quale presentava allora un loggiato lungo il prospetto meridionale. Nel 1866 il convento venne soppresso.
I bombardamenti del 9 e 10 luglio 1943 distrussero quasi completamente la chiesa di San Gregorio, l’area su cui sorgeva venne ceduta al Comune di Caltagirone che intendeva costruirvi il nuovo istituto d’arte.
Altre opere sono distribuite in buona parte della diocesi: a San Cono, Militello, Mineo, Licodia Eubea, a testimonianza dell’enorme diffusione che conobbe il culto di San Gregorio Magno.
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