I volti dell'innovazione

Alessandro Sobacchi: prima prete e poi scienziato

Alessandro Sobacchi: prima prete e poi scienziato

Don Alessandro Sobacchi

Nato a San Fereolo il 30 ottobre 1848, Alessandro Sobacchi è un giovane di indole tranquilla, uno scolaro diligente e docile. Vestito l’abito clericale a dodici anni, celebra la prima messa come sacerdote nel 1871. Diventa coadiutore nella parrocchia di Santa Maria del Sole e poi Cappellano a Calvenzano di Caselle Lurani, per fermarsi in seguito oltre vent’anni come parroco a Camairago ed infine come Canonico della Cattedrale. In gioventù fu insegnante presso le Scuole Serali per gli operai, istituite da mons. Gaetano Benaglio, e in seguito insegnò fisica nel prestigioso Collegio Cittadino delle Dame Inglesi.

 

La fotantracografia alla portata di tutti

I primi studi sull’arte fotografica derivano da uno sgabuzzino appartato all’Oratorio di Lodi, dove si ritirava nei momenti liberi per studiare un’arte all’epoca ai suoi esordi. Raccolse i suoi studi sulla fotografia in volumi come La fotantracografia alla portata di tutti, Lodi, Rezzonico, 1879 – poi aggiornato in La fotantracografia alla portata di tutti. Nuovo processo, il più semplice ed economico di stampa inalterabile colla luce e col carbone o con colori. Manuale completo – e il Manuale di fotantracografia, (Lodi 1873).

Inventore a tutto tondo, a don Alessandro Sobacchi va anche il merito di aver scoperto il primo processo per la fotosmerigliatura del vetro e per aver trovato una formula di composizione della plastica attraverso il riutilizzo della segatura di legno impastata con gelatine bicromate, creando un materiale resistente per la creazione di statue e oggetti ad uso artistico. Progettò anche una macchina per facilitare l’allevamento dei bachi e la lavorazione della seta, raccogliendo i suoi studi nel volume Nuovo sistema per la coltivazione dei bachi, pubblicato nel 1895 a Codogno presso la Tipografia Editrice A.G. Cairo.

Autorevole membro di molte associazioni tra cui il Circolo Partenopeo di G.B. Vico, di cui fu anche fondatore, socio onorario del Circolo del Progresso di Napoli e dell’Accademia della Gironda a Bordeaux, ottenne anche una Medaglia d’Oro all’Esposizione scientifica d’arte a Napoli (1880) e fu socio della prestigiosa Società Fotografica di Firenze (1889). Nonostante l’alto valore delle sue scoperte e il suo prezioso contribuito nel campo delle scienze in cui si è applicato, al momento della sua scomparsa pochi piansero l’uomo di progresso mentre tutti ricordarono l’uomo, prima prete e solo dopo scienziato, a testimonianza di quanto le sue creazioni fossero disinteressate e di quanto il suo ministero sacerdotale fosse rimasto la prima vera missione della sua vita.

 

Nel 1957 la città di Lodi gli dedicò una via con la seguente motivazione:

«Fu il primo a usare il sistema di stampa fotografica su carta. Si valse del processo fotografico per incidere indelebilmente su vetro figure e impressioni. Scoperte che aprirono nuovi campi alla moderna fotografia. Al canonico Sobacchi, nato a Lodi il 30 ottobre 1848, appartengono altre invenzioni di rilievo, quali la macchina per satinare il lino e la forbice per sfogliare i gelsi».

 

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