Mons. Venanzio Felisi
Esempio di attività pastorale ed educativa non solo nella fede ma anche nell’azione sociale, mons. Felisi nel primo dopoguerra è Presidente diocesano dell’Azione Cattolica e impegna la sua carica calando il Vangelo nella vita quotidiana: la sua attività si rivolge a tutti, ma guarda in particolare agli ultimi della società, gli emarginati, gli umili, i poveri.
Intorno alla sua figura e al suo carisma nascono circoli cattolici di contadini e operai, casse rurali e casse del popolo, banche di piccolo credito e fiorisce la politica del Partito popolare con una connotazione aperta e concreta di democrazia, avanzata e coraggiosa, come dev’essere quella di un cristiano convinto.
Rifuggendo qualsiasi forma di populismo e demagogia, tutto per Venanzio Felisi deve avere radici profonde perché nulla sia costruito sulla sabbia: per questo attorno a lui si trovano spesso profili di preti e laici con solida preparazione culturale e buona formazione sociale.
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Il rapporto con il regime
Uomo libero, non scende mai a compromessi: quando il fascismo s’impadronisce dell’Italia, non stringe la mano del dittatore, nemmeno quando a Lodi per l’inaugurazione del Viale delle Rimembranze, Mussolini gliela tende. Pagherà la sua libertà in termini di carriera ecclesiastica, ma ciò che veramente importa a mons. Felisi è la formazione delle coscienze che può continuare a esercitare nella scuola e nelle iniziative come la Casa degli Esercizi Diocesani, ma anche nella parrocchia di S. Lorenzo grazie a una catechesi d’avanguardia e a un’opera sociale sempre attenta agli ultimi. Attorno a lui, nella canonica di San Lorenzo, si aggrega l’opposizione antifascista e da lui, dopo il settembre del 1943, si tengono le prime riunioni della Resistenza.
L’innovazione nella catechetica
L’impegno nella trasmissione della fede e nella formazione delle coscienze lo porta ad essere un innovatore anche nella catechetica, nel solco di un rinnovamento già in atto a partire dagli anni Trenta sia a livello contenutistico, che abbandona via via le formule di teologia neoscolastica per approdare a un contenuto più cristocentico, sia a livello strumentale con testi didattici, sempre più “attivi” e rinnovati nella metodologia e nei contenuti. Le intuizioni di mons. Felisi nel campo dell’insegnamento si riversano nei manuali che predispone ad uso delle scuole magistrali, La rivelazione cristiana (3 vol.), e delle classi elementari, come per esempio Il mio quaderno di religione e Nella luce di Gesù, in cui il metodo di formazione del fanciullo si basa sulla sua partecipazione attiva dove l’educando è invitato dal testo a collaborare in prima persona con l’educatore.
Esempio di lealtà e trasparenza, ma anche di intelligenza e coraggio, non ha saputo nascondere l’antipatia per gli ipocriti e gli impiccioni e, sostenuto da una fede incrollabile, ha dato alle stampe nel 1944 un volume coraggioso dal titolo I principi sociali della chiesa nei documenti dei Sommi Pontefici, lucida testimonianza di fede nella verità, nella giustizia e nella libertà.