Dei Laghi

Apro – Cesara

Apro – Cesara

Nella chiesa parrocchiale di Cesara, località collinare sulla sponda occidentale del Lago d’Orta, sono conservati i resti appartenenti al corposanto di Apro, tutt’ora oggetto di devozione da parte dei fedeli della locale comunità. Il documento di autentica riporta, in sintesi, tutte le iniziali notizie riguardanti queste reliquie. Esse vennero estratte dal cimitero dei Santi Gordiano ed Epimaco, su mandato del cardinal vicario Gaspare De Carpineto, titolare della basilica di Santa Maria in Trastevere, il 12 aprile del 1695.

Il destinatario del sacro pegno non è un singolo individuo ma, fin da subito, la Ven Ecclesia Parochiali S. Clementis Ceseri Novarien. Dioc. È un particolare interessante in quanto è l’unico caso, tra quelli qui studiati, in cui è immediatamente la comunità stessa beneficiaria del corposanto, senza altri intermediari. Nella stessa autentica si legge, inoltre, che venne concesso il Corpus Sancti Christi Martyris Apri cum vasculo Sanguinis, ac lapidia eiusd. S. Martyri inscriptioni.

Intermediario per ottenere la desiderata reliquia fu don Giovanni della Congregazione della Madre di Dio, sacerdote appartenente all’istituto delle Scuole Pie e confessore dello stesso cardinal vicario. Nell’archivio parrocchiale è conservato un manoscritto, trascritto nel giugno del 1901 dall’allora viceparroco don Carlo Moroni, che racconta, sotto forma di trattatello, la storia del corposanto e cerca di fornire alcune notizie storiche riguardanti il presunto martire.

Dopo lunga ed articolata dissertazione, il cui intento era quello di fornire delucidazioni circa il nuovo santo protettore della comunità di Cesara, l’autore ammette che le uniche notizie certe che a lui possono essere attribuite sono quelle restituite dall’iscrizione della lapide posta a chiusura del loculo: APRO BENEMERENTI QUI VIXIT ANNIS XXXII. L’immagine scolpita a conclusione del testo non rappresenta un cuore, come più volte ripetuto nel testo, ma una foglia di edera, con funzione decorativa a simbolico riferimento al proseguimento della vita oltre la morte.

La popolazione di Cesara e delle borgate limitrofe si recò all’’isola di San Giulio per prelevare la reliquia che, con grande solennità, fece il suo ingresso in paese. Nel 1715 le venerate ossa furono composte nella forma in cui tutt’ora si possono ammirare, poi inserita in una elegante urna che, come indicato nei documenti, venne fatta realizzare a Pavia, ispirandosi a quella di San Teodoro.

Sant’Apro, in abiti da milite romano, è stato immortalato in un affresco sulla volta della navata della chiesa e con abiti civili, sulla tavola collocata sulla parete destra della cappella sinistra, sotto la lastra con l’iscrizione funeraria. In entrambe le immagini, oltre alla palma, simbolo del creduto martirio, compare anche il cuore che si credeva scolpito sulla lapide.

Il culto verso Sant’Apro è tutt’ora vivo in seno alla comunità di Cesara che, nel 1741, rivolse una formale supplica all’autorità ecclesiastica per proclamarlo compatrono del paese, dopo pubblica votazione per procedere a tale richiesta; la festa è tutt’ora celebrata, anche con l’organizzazione di momenti ricreativi, nella prima domenica di agosto.

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