Immagini dal nord: presenze d'Oltralpe nel Levante genovese tra XV e XVI secolo
Pittore tedesco, Angelo della Passione
Pittore tedesco, Angelo della Passione
Titolo: Angelo della Passione
Materia e tecnica: olio su tavola
Misure: 148 x 61.5 cm
Il dipinto, oggi conservato al Museo Diocesano di Chiavari, è il frammento di una pala più ampia. Secondo una tipica iconografia nordica in origine l’opera raffigurava il Cristo dolente affiancato da due angeli incaricati di raccogliere il sangue che sgorgava dalle piaghe. Di quella composizione resta soltanto il braccio sinistro di Cristo. Un fiotto rosso intenso scende dalla mano ferita e cola nel calice che l’angelo biondo regge con entrambe le mani.
La scena si apre su un paesaggio ricchissimo, descritto con una pennellata liquida e brillante: sulle rive di un lago — o forse del mare — si succedono promontori animati da case, torri e castelli, mentre un viandante a cavallo attraversa un ponte per raggiungere un piccolo nucleo urbano. Le lontananze sfumano progressivamente nei toni freddi del blu, secondo una strategia di resa atmosferica tipica della pittura nordica.
La provenienza originaria dell’opera rimane sconosciuta. È certo però che, separato dal corpo della pala, il frammento ha una storia conservativa complessa: dapprima adattato come anta di un mobile — come indicano i cardini rinvenuti al momento del ritrovamento — e successivamente addirittura reimpiegato come tavola di sostegno del pianerottolo della casa parrocchiale della chiesa di San Giovanni Battista a Chiavari. Solo un recupero fortuito ha permesso di riconoscerne il valore e di valorizzarlo trasportandolo in un contesto museale adeguato.
L’esecuzione, raffinata e minuziosa, è attribuibile a un pittore nordico, probabilmente di area tedesca. Non è possibile stabilire se l’opera sia stata importata in Liguria attraverso gli stessi canali commerciali che portarono in Riviera dipinti fiamminghi, o se fosse il lavoro di un artista d’Oltralpe attivo in loco. In entrambi i casi il frammento attesta la fitta rete di scambi che Genova intratteneva con i Paesi del Nord e conferma quanto la cultura figurativa ligure fosse permeabile alle suggestioni d’Oltralpe.
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