Immagini dal nord: presenze d'Oltralpe nel Levante genovese tra XV e XVI secolo
Pittore bruggese, Trittico di sant’Andrea
Pittore bruggese, Trittico di sant’Andrea
Titolo: Trittico di sant’Andrea
Materia e tecnica: olio su tavola
Misure: 150 x 92 cm
Il trittico, oggi esposto nella terza cappella sinistra della chiesa di San Lorenzo della Costa, è costituito da tre sezioni di identica forma, un rettangolo concluso superiormente da una cuspide ad arco inflesso. Secondo la consuetudine nordica, le ante laterali sono incernierate con cadini al corpo centrale e sono dipinte su entrambi i lati: lo scomparto di sinistra accoglie sul recto le Nozze di Cana e sul verso Adamo ed Eva prima del peccato originale, quello di destra la Resurrezione di Lazzaro sul davanti e sul retro Adamo ed Eva rappresentati come cadaveri dopo il peccato. Nella tavola centrale invece è raffigurato il Martirio di sant’Andrea.
A chiarire il committente, il luogo e la data di esecuzione dell’opera è l’iscrizione che compare sul retro dell’anta sinistra: “HOC OPUS FIERI FECIT ANDREAS DE COSTE A. 1499 BRUGIS”. Il personaggio inginocchiato ai piedi della croce di sant’Andrea nella tavola centrale è dunque Andrea Costa, mentre la figura femminile che lo accompagna è la moglie Agnese Adorno. In basso al centro compare lo stemma che unisce le insegne delle due famiglie, confermando l’identità dei donatori.
Andrea Costa, nato nel borgo di San Lorenzo e signore di Roccarbino nel Principato di Monaco, si era trasferito a Bruges per ragioni commerciali legate al traffico dell’allume di rocca, materiale fondamentale per la concia delle pelli e la tintura dei tessuti. Dal 1483 documentato nella città fiamminga, nel 1492 sposò Agnese, con la quale ebbe tredici figli. Divenuto figura di spicco della vita socio-economica locale — consigliere, ricevitore delle imposte e poi ambasciatore dell’imperatore Massimiliano – volle lasciare un segno tangibile della sua ascesa nel luogo di nascita, finanziando – con il supporto del sacerdote Lorenzo – la costruzione di una cappella dedicata al suo santo patrono e dotandola dell’opportuna immagine sacra.
L’opera ha rischiato di essere rimossa dalla chiesa nel 1654, quando un discendente del committente, Francesco Costa, tentò di sostituirla con un nuovo dipinto, approfittando dei lavori di ampliamento della chiesa. Il progetto fu però bloccato grazie alla denuncia di un cittadino di Rapallo che informò il cardinale Stefano Durazzo, preservando così il trittico nella sua sede originaria.
Le tre scene principali sono fitte di figure e costruite entro ambientazioni profonde, nelle quali architetture, paesaggio e personaggi interagiscono con grande naturalismo. Il vestiario contemporaneo indossato dai personaggi si mescola con gli abiti “all’apostolica” dei protagonisti della storia sacra. La qualità tecnica — nei volti, nelle stoffe, nella resa atmosferica — e le affinità stilistiche hanno portato gli studiosi ad accostare il trittico alla cerchia di Hans Memling, uno dei maestri più raffinati attivi a Bruges in quegli anni.
Please , update your browser


