Il Trecento: tra persistenze bizantine e influssi toscani
Pittore ligure (cerchia di Giovanni di Pietro da Pisa), Polittico di San Lorenzo
Pittore ligure (cerchia di Giovanni di Pietro da Pisa), Polittico di San Lorenzo
Titolo: Polittico di San Lorenzo
Materia e tecnica: tempera su tavola
Misure: 218 x 181 cm
Realizzato per essere collocato sull’altare maggiore della chiesa di San Lorenzo, situata poco distante dal centro di Moneglia sul crinale della collina di Crova, il polittico presenta una struttura piuttosto articolata, tipica delle macchine diffuse in Liguria a partire dall’ultimo scorcio del Trecento. La cornice quadrangolare serra un impianto scandito da cinque edicole poligonali, separate da esili colonne tortili. Sopra ogni specchiatura si imposta un pinnacolo cuspidato, che emerge su uno sfondo blu punteggiato di stelle.
Il registro principale è dominato da san Lorenzo, titolare della chiesa, affiancato dai santi Chiara e Paolo a sinistra, Francesco e Leonardo a destra. Nella porzione sommitale, invece, l’edicola centrale con il Battesimo di Cristo è affiancata da sant’Agostino e dall’Angelo Annunciante a sinistra, dalla Vergine Annunciata e da una santa martire a destra.
Gli studiosi ancora discutono sull’identità dell’anonimo pittore responsabile di questa struttura d’altare, talvolta identificato con Giovanni di Pietro, artista pisano attivo a Genova nei primi decenni del XV secolo. In effetti sono molti gli aspetti che richiamano le opere del maestro toscano, a partire dalla disposizione delle figure, che si espandono fino a riempire tutto lo spazio a loro disposizione. I gesti dei personaggi sono misurati, quasi timidi, e non si avventurano mai oltre i confini del corpo. Se un ductus un po’ ruvido caratterizza le mani e i volti – bloccati in espressioni fisse – le vesti sono assestate in panneggi piuttosto morbidi. Un certo preziosismo caratterizza sia la decorazione sia il gioco lineare con cui è costruita la scena dedicata al battesimo di Gesù nel Giordano. Se qualche debolezza nella costruzione suggerisce una mano diversa rispetto a quella del maestro pisano, certamente l’autore del polittico elabora il suo linguaggio a stretto contatto con la proposta di Giovanni, esportandone i tratti salienti in Riviera.
Nel 1920 l’opera ha abbandonato il suo contesto originario e oggi si trova nella chiesa monegliese di San Giorgio, sistemata in un’incorniciatura marmorea sulla parete destra del presbiterio.
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