Il Trecento: tra persistenze bizantine e influssi toscani

Pittore ligure (cerchia di Barnaba da Modena), Madonna con il Bambino

Pittore ligure (cerchia di Barnaba da Modena), Madonna con il Bambino

Autore: Pittore ligure (cerchia di Barnaba da Modena)
Titolo: Madonna con il Bambino
Data: 1370-1375 ca.
Materia e tecnica: tempera su tavola
Misure: 82.5 x 50.5 cm
Collocazione: Chiavari, Museo Diocesano
Provenienza: Chiavari, chiesa di San Giovanni Battista

Oggi custodita nella “sala delle tavole” del Museo Diocesano, fino al restauro del 1984 l’opera giaceva quasi dimenticata nella sacrestia della chiesa chiavarese di San Giovanni Battista, inserita nella cornice ovale di un tronetto liturgico ottocentesco.

La storia del dipinto è decisamente travagliata.

In origine la tavola costituiva lo scomparto centrale di un trittico, completato a destra dall’immagine del Volto Santo di Lucca e a sinistra da quella di San Defendente. Il complesso è collocato fino al 1628 nei pressi dell’organo, alla testata della navata sinistra.

Intorno al 1633 gli scomparti laterali vengono rimossi mentre la Madonna con il Bambino viene inserita in una nicchia della cappella Della Torre (a sinistra dell’altare maggiore). Venti anni più tardi, quando il sacello viene concesso alla Confraternita del Rosario la tavola è spostata sotto la scultura lignea della Vergine. Qui resta per quasi un secolo. Nel 1741 l’altare del Rosario è trasferito nella testata sinistra del transetto e il dipinto viene adattato per essere inserito entro un medaglione ovale, posto al di sopra del fastigio. Le trasformazioni comportano la smussatura degli spigoli, l’aggiunta di tre listelli sul bordo superiore e sui lati, l’eliminazione del fondo originario, raschiato e poi sostituito da una pesante doratura.

Da ultimo, nel 1930, l’opera viene definitivamente decontestualizzata e inclusa nel tronetto.

Il restauro ha finalmente eliminato le ridipinture stratificate nel corso del tempo, restituendo un tessuto pittorico certamente danneggiato ma piuttosto interessante e di buona qualità. Particolarmente evidente è il legame con la pittura di Barnaba da Modena, protagonista indiscusso della scena artistica genovese della seconda metà del Trecento. L’anonimo pittore ne riprende uno dei motivi più caratteristici – il Bambino che si tiene il piedino con la mano – e ne assimila i preziosi linearismi, concretizzati nelle lumeggiature dorate che animano il manto di Maria. Pur con qualche rigidità nella definizione dei volti, dai tratti quasi miniaturizzati, il dipinto testimonia la fortuna dei modelli dell’artista emiliano e la loro diffusione anche nel Levante Genovese.

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