Oropa e il sistema dei Sacri Monti del Biellese
Il Sacro Monte è un fenomeno artistico tipicamente italiano, geograficamente collocabile in Piemonte e in Lombardia tra la fine del ‘400 e la seconda metà del ‘700 e poi diffusosi altrove (Spagna, Portogallo, America Latina). Si tratta di edifici di dimensioni, forma e stile non sempre omogenei, che recano al loro interno gruppi scultorei raffiguranti scene sacre, ispirate a un determinato tema unitario, come, ad esempio, la vita di Gesù a Varallo, i Misteri del Rosario a Varese, Crea e Oropa, il Calvario, o la vita di santi e personaggi di rilievo.
In accordo con il simbolismo dei santuari, i Sacri Monti sono le ‘nuove Gerusalemme’, ossia luoghi che rievocano la Terra Santa divenuta meta di pellegrinaggio ormai impraticabile a causa della minaccia turca. Come tutti i sacri monti, luoghi alti e di raccordo tra cielo e terra, essi hanno intento pastorale e didascalico, offrendo la possibilità ai pellegrini di surrogare il viaggio in Terrasanta riproponendo i luoghi testimoni della Natività e della vita di Gesù Cristo (come accadde nella nuova Gerusalemme di Varallo Sesia e in terra biellese al Sacro Monte di Graglia, rimasto però opera incompiuta). In questi luoghi ‘sostitutivi’ si poteva ottenere l’indulgenza tramite l’elemosina e il pellegrinaggio.
Altre interpretazioni collocano le origini dei Sacri Monti al tentativo controriformista di salvaguardare questi luoghi dalla minaccia luterana, nel caso specifico di Oropa proveniente dal nord, attraverso l’arco alpino. A tale scopo, data la particolare configurazione del sistema montano biellese, già connotata simbolicamente dalla presenza di tre importanti Santuari di Oropa, Graglia e Andorno, si sarebbe aggiunta la costruzione di un Sacro Monte a difesa della tradizione e della fede. Dalla metà del ‘500, infatti, perde consistenza il legame con i luoghi santi e si afferma, in coerenza con il disegno controriformista, la narrazione degli episodi della vita del Cristo – come attestano i cinquecenteschi sacri monti di Crea e Orta – o della Madonna – come avvenne a Oropa, luogo della devozione mariana.
Il progetto del Sacro Monte di Oropa
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Il Sacro Monte di Oropa, riconosciuto Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è costituito da 12 cappelle costruite a ovest del Santuario. Il monte è il teatro naturale in cui viene rappresentata e vissuta una profonda esperienza di fede mediata dall’architettura, dalla pittura e dalla scultura: il punto di incontro tra Cielo e Terra.
Il Sacro monte di Oropa viene realizzato tra il 1621 e il 1720 fondendosi architettonicamente con il Santuario come parte del medesimo complesso paesaggistico e devozionale. Al momento della sua edificazione, il Santuario vanta oltre quattro secoli di storia e nel ‘600 è ormai una componente tradizionale non solo della religiosità del Biellese, ma del Piemonte e delle regioni vicine; l’ascesa al Sacro monte è un’opera di pietà che si offre ai pellegrini come ulteriore pratica devozionale. Esso si snoda sul crinale del colle dell’Oretto, ad ovest del Santuario: il ciclo principale delle 12 cappelle vuole costituire una narrazione incentrata sui momenti significativi della vita di Maria; altre tre cappelle che sorgono nei pressi del monte, prendono spunto dalla storia del Santuario (Cappella di San Luca, Cappella del Trasporto, Cappella del Roc), le restanti cappelle sono dedicate a San Fermo, San Luca e alla Maddalena. Vi sono infine tre cappelle che si trovano a Biella e lungo la via che conduce al Santuario.
Appena compiuta la prima delle cinque secolari Incoronazioni della Madonna, nel 1621, si innalza la prima cappella del Sacro Monte e già nel 1659 Carlo Antonio Bonino autore della preziosa Historia della Madonna Santissima di Oroppa ne’ monti della Città di Biella nel Piemonte lo presenta come componente ormai integrata nell’antica devozione. Le dodici cappelle sono ultimate nel 1720, anno della seconda Incoronazione della Madonna.
Gli artefici del Sacro Monte: architetti, artigiani e statuari
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Nel Sacro Monte architettura, pittura e scultura si fondono mirabilmente nell’esperienza di fede del pellegrino. L’architettura è generalmente semplice e essenziale e si deve in gran parte all’opera di Francesco Conti affiancato dal capomastro Giulio Belletti, dall’ingegnere ducale Giovanni Andrea Garabello, dai mastri Giovan Battista Negro di Pralungo e Giovanni Siletto. Ma il Sacro Monte di Oropa trova la sua essenza nell’attività degli
statuari che permisero di costruire un
theatrum di personaggi e scene sacre che si imprimono negli occhi e nel cuore di ogni visitatore. I principali artefici delle scene plastiche rappresentate all’interno di ogni cappella furono
Bartolomeo Termine e i fratelli Giovanni e Melchiorre d’Enrico, statuari anche a Varallo e Orta, che lavorarono al Sacro Monte tra il 1620 e il 1640, le cui sculture si distinguono per incisività, tensione e realismo, e i fratelli Pietro Giuseppe e Carlo Francesco Auregio, biellesi, che dal 1702 diedero vita a personaggi dall’espressività più pacata, mentre per i dipinti e le scenografie di contorno si distinse il biellese
Giovanni Galliari. Alla fine degli anni ’60 statue e affreschi delle cappelle subirono un avventato restauro. Di recente alcune cappelle sono state riportate alla bellezza originaria.