Val Sesia
Innocenza – Agnona
Innocenza – Agnona
I resti di Innocenza giunsero ad Agnona tramite un religioso francescano padre Francesco Maria da Cellio, essi vennero estratti ex Cemeterio Gordiani, nel 1726.
Dopo il riconoscimento, il corposanto venne donato dal cardinale Fabrizio Paoluccio, firmatario dell’autentica, tramite il padre francescano Tommaso da Spoleto, alle monache benedettine del monastero dei SS. Faustini et Jovitae Campi de Abrucia, sulla cui identificazione e localizzazione nulla si può dire. Lo scritto reca l’indicazione della consueta facoltà di trattenere o di donare ad altri le reliquie, per le quali era permessa l’esposizione alla pubblica venerazione. L’intenzione dei frati francescani della provincia milanese, cui padre Tommaso apparteneva ed in particolare quella del superiore padre Carlo Maria da Como, era di destinare i resti della santa a una chiesa di una città tedesca, come promesso al locale arciprete.
Padre Francesco Maria, venuto a conoscenza della cosa, si adoperò affinché Innocenza potesse essere venerata nella chiesa di Agnona, come testimonia una fitta serie di scambi epistolari con altri religiosi del suo ordine. Essi gli fecero pervenire da Roma, come da sua richiesta, un altro corposanto (quello di Innocenzo) che, consegnato al padre provinciale Carlo Maria da Como, fu inviato al luogo cui ne era stato promesso uno.
Innocenza giunse così in Valsesia e fu portata a Varallo, dove venne stilato l’atto ufficiale di consegna alla comunità di Agnona. L’8 settembre 1730, nella casa parrocchiale del capoluogo valsesiano, fu aperta la cassetta lignea, presentata dal parroco del paese don Giovanni Antonio Leopardi. Venne constatata l’integrità dei sigilli apposti a Roma e anche, purtroppo, la rottura del vaso di sangue, che venne inserito in un apposito reliquiario, in cui ancora si conserva. Ad Agnona, dove poi venne portata la reliquia, si fece strada nei mesi successivi l’idea di conferire ai resti una sistemazione nuova e più conveniente rispetto all’originale modesta cassetta lignea, organizzandone la composizione all’interno di un’urna. L’incarico fu assunto da padre Francesco che, il 4 maggio 1731, ottenne l’autorizzazione al trasporto delle ossa a Milano per procedere alla loro sistemazione.
L’urna, contenente il corpo ricomposto di Innocenza, lasciò il capoluogo lombardo il 26 luglio, a un dito della mano destra venne messo un anello, che ancora si può vedere, dono di un certo Pietro Tasca. Ritornate definitivamente ad Agnona, le reliquie furono oggetto di un’ulteriore ricognizione il 10 agosto, da parte del notaio e canonico don Antonio Raimondo Ravelli, delegato del prevosto di Varallo Benedetto Ludovico Giacobini. La solenne accoglienza della nuova santa avvenne la successiva domenica 12 agosto, quando la preziosa urna venne portata in processione lungo la via principale del paese, prima di essere collocata nell’altare appositamente preparato per accoglierla.
Intorno al 1850, su una parete della stessa cappella, il pittore Giuseppe Tollini realizzò un affresco che rappresenta l’ideale momento del martirio della giovane cristiana, mentre sulla parete opposta, sempre lo stesso artista, ha raffigurato la martire Caterina di Alessandria, identificabile dalla presenza del noto attributo della ruota. Sulla volta, entro cornice in stucco, figura Cristo che consegna a due angeli una palma e una corona di fiori da porgere alla santa. La nicchia in cui è posta l’urna può essere chiusa con un pannello ligneo su cui è dipinta la presunta martire in languida postura, con lo sguardo rivolto verso un angelo che sporge da una nuvola.
Le ossa non sono state inserite in una figura di cera, ma solo rivestite di un ricco panneggio, già descritto nel 1731, ripulito e sistemato nel 1981, anniversario dell’arrivo del corposanto ad Agnona.
Il culto nei confronti di Innocenza fu molto sentito nel passato e si è espresso, oltre che nell’annuale celebrazione assegnata alla seconda domenica di agosto, specialmente in occasione di particolari scadenze, come nel 1929, bicentenario (anticipato per ignoti motivi di due anni) dell’arrivo del corposanto e nel 1981, quando ancora si è svolta una processione con l’urna.
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