Ossola
Fausto e Fortunato – Cuzzago
Fausto e Fortunato – Cuzzago
La storia di questi due corpisanti racconta di un profondo legame tra un emigrante e la sua terra d’origine e dei rapporti di parentela e amicizia tra le persone che si occuparono del loro trasporto da Roma al paese di Cuzzago, centro della bassa Ossola sulla riva orografica sinistra del Toce.
Ad ottenere le reliquie per la parrocchia di San Martino fu Carlo Francesco Ravicini che si trasferì nella città dei Papi per svolgere attività di banchiere. Le due autentiche, conservate nell’archivio della parrocchia e recanti la firma del vescovo Nicolò Angelo Maria Landini dell’ordine di Sant’Agostino, Prefetto del Sacrario Apostolico, attestano che i resti di Fausto, con l’ampolla del sangue, vennero estratti dalla catacomba di Priscilla il 7 gennaio 1777, mentre quelli di Fortunato, anch’essi con il vaso di sangue, dal cimitero di Sant’Agnese sulla Nomentana il 21 novembre 1780.
Dopo lungo viaggio e passaggi di dogana, le reliquie giunsero finalmente a destinazione; il corposanto di Fausto venne ricomposto in forma anatomica, mentre le ossa di Fortunato vennero invece collocate all’interno di un’urna più piccola, non ricomposte anatomicamente, bensì legate ad un cuscino rosso e contornate con fiorami variopinti.
La popolazione accolse con grande gioia i due corpisanti che, il 22 marzo del 1782, fecero il loro solenne ingresso nella parrocchiale, accompagnati dal sindaco Giovanni Antonio Monti e dal consigliere Domenico Monti che erano andati a ritirarli a Intra. Nel 1809, per la loro conservazione venne progettata una cappella, che si apre sul lato destro della chiesa, inaugurata nel 1811, con solenne celebrazioni e processione delle reliquie per le vie dell’abitato, alla presenza del vescovo diocesano Cardinal Giuseppe Morozzo. A distanza di un secolo, nel 1911, si ripeterono i festeggiamenti per iniziativa dell’allora parroco don Giovanni Ellena.
L’urna con il ricostruito scheletro di Fausto, rivestito con una tunica in damasco rosso, è collocata sopra l’altare, all’interno di una semplice struttura lignea sui cui sportelli frontali è dipinto il sacro deposito che racchiude. Il reliquiario con le ossa di Fortunato è invece custodito in un’apertura sotto la mensa.
L’unica immagine che riproduce i due santi illustra una vetrata moderna del presbiterio e li rappresenta nelle vesti di due soldati romani: Fortunato, con elmo in capo, ritto in piedi, mentre Fausto è ritratto in ginocchio in atteggiamento di preghiera.
Un tempo la ricorrenza annuale in loro onore era fissata al lunedì successivo alla domenica di Pentecoste, ma attualmente non è più pubblicamente celebrata, benché le loro reliquie siano ancora oggetto di devozione da parte dei parrocchiani.
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