Dei Laghi
Vitaliano – Stresa
Vitaliano – Stresa
Vitaliano era un fanciullo che visse dieci mesi e ventotto giorni e che, alla sua prematura morte, venne deposto dai suoi cari in un loculo della catacomba di San Callisto. Qui il suo piccolo corpo riposò per secoli, fino al 26 aprile del 1833 quando venne individuato dai corpisantari e, per la presenza dei frammenti del vaso di sangue, ritenuto di un martire, venne esumato.
Le sue reliquie vennero donate alla nobildonna Anna Maria Bolongaro e, dopo essere state esposte alla venerazione dei fedeli nella chiesa romana di Sant’Ignazio, nei giorni 3, 4 e 5 novembre dello stesso anno, vennero trasportate a Stresa, la nota località turistica del lago Maggiore in cui lei aveva una dimora. Il primo luogo di collocazione del piccolo corposanto fu l’oratorio privato nella villa della contessa ma, due anni dopo, nel 1835 lei lo concesse alla chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, dove ancora è conservato, sotto la mensa dell’altare dedicato alla Madonna del Rosario.
Il nome del fanciullo e le indicazioni sul breve tempo della sua esistenza erano riportati sulla lapide posta a chiusura del loculo, il cui calco è conservato all’interno dell’urna ove giace il suo ricostruito corpicino. La composizione attuale è il frutto di vari rifacimenti ed interventi all’originario manichino giunto da Roma. Il primo venne realizzato nel 1848, da don Giulio Guglielmetti di Intra che ne curò anche un rifacimento nel 1870, per riparare i danni subiti quando, due anni prima, le acque del lago, allagarono la chiesa. Un’altra ricognizione del corposanto è documentata nel 1898, a motivo di una pulizia della reliquia, mentre un nuovo e più radicale intervento venne realizzato nel 1940, a cura delle monache della Visitazione di Arona, che conferì alla reliquia le attuali sembianze.
All’interno dell’urna, Vitaliano appare giacente su un lettuccio di damasco azzurro, con il capo leggermente reclinato all’indietro su un cuscino di raso rosso: ha un’espressione languida, enfatizzata dal pallore del viso, segnato dalla rossa vernice che fuoriesce dalla ferita sulla fronte e incorniciato dai ricciuti capelli biondi. In fondo, sulla destra, un reliquario a cilindro racchiude i frammenti della supposta ampolla di sangue che fece attribuire al fanciullo una violenta morte per la fede.
Ogni anno la comunità cristiana di Stresa celebra la festa in onore del santo nella terza o quarta domenica del mese di luglio e, a cadenza periodica, si svolge anche una processione che trasporta la piccola urna su una barca percorrendo un tratto di lago davanti alla cittadina.
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