Dei Laghi

Teodosio – Cannobio

Teodosio – Cannobio

Un vero capolavoro della scultura barocca è l’altare della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, più nota come Santa Marta, che sorge nella parte antica del borgo di Cannobio, ultimo paese italiano sulla sponda piemontese del lago Maggiore. Il pregevole lavoro d’intaglio racchiude nella sua parte inferiore, sopra la mensa dell’altare, un’urna lignea in cui è custodito il corposanto di Teodosio, donato alla confraternita del Gonfalone dai fratelli Gallarini, il 14 settembre del 1650.

Da una descrizione della chiesa, negli atti di visita del 1683, si evince che, oltre al corpo di Teodosio, erano conservate altre reliquie provenienti dalle catacombe di Roma: il capo di San Esuberanzio e ossa dei Santi Fabiano, Lorenzo, Narciso, Fiorenzo, Giuliano, Liberato, Modesto e Onorato. Questi sacri resti, a esclusione del capo di Esuberanzio, sono tutt’ora conservati all’interno di eleganti reliquari in tartaruga e radica collocati dietro a due sportelli lignei scolpiti ai lati dell’urna del santo.

Purtroppo la documentazione esistente nell’archivio parrocchiale non aiuta a ricostruire i passaggi attraverso cui Teodosio giunse a Cannobio, né la catacomba da cui venne recuperato, non essendosi ritrovato il foglio dell’autentica.

Le parti visibili dello scheletro, ossia cranio, mani e piedi, sono il risultato di una raffinata ricostruzione in una particolare pasta, mentre le ossa autentiche sono deposte all’interno della struttura metallica che costituisce il vero e proprio tronco del corpo, ricoperta da un tulle trasparente di color argento. Quattro piccole statue in legno di angeli occupano i lati dell’urna, che si presenta come un raffinato lavoro di intaglio, mai modificato nel corso dei secoli.

Alcuni testi emerologici ambrosiani ricordano la celebrazione in onore di San Teodosio a Cannobio nella domenica successiva alla festa dei due apostoli titolari della chiesa. Ancora oggi, in questa data, vengono tolte le ante lignee che chiudono il vano con l’urna e aperte quelle dei due stipi laterali, così che tutti i reliquari siano visibili durante la messa celebrata in onore del presunto martire.

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