Borgomanerese e Aronese

Felice – Ameno

Felice – Ameno

Il corposanto di Felice era un tempo conservato nella chiesa di San Rocco ad Ameno, paese sulle colline orientali del Cusio ed è stato per molto tempo un importante riferimento per i fedeli del posto, concreta testimonianza del legame con la propria terra d’origine da parte di un ameniese che nell’Urbe era divenuto religioso francescano ed era assurto a importanti cariche all’interno del suo ordine. Fu, infatti, per volontà di padre Carlo Francesco Bertocchini che il corposanto, recuperato il 2 maggio del 1681 dalla catacomba di Callisto, venne destinato al paese del lago d’Orta.

Le ossa dello sconosciuto cristiano, ribattezzato con il nome simbolico di Felice, ottenute tramite il pontefice Innocenzo XI, vennero da lui affidate, pochi giorni prima di morire – il 9 giugno 1687 – a Francesco Bernardino Pavese, un emigrante ameniese residente a Roma, con l’incarico di portarle in patria per essere offerte alla pubblica venerazione nella chiesa di San Rocco. Padre Bertocchini, che morì il 19 giugno successivo, volle così onorare un luogo di culto a lui particolarmente caro, vicino al quale vi era la casa di famiglia dove era nato, impreziosito da diversi interventi di committenza da parte del suo casato.

Le reliquie giunsero a destinazione nel 1692 ed il 3 maggio dell’anno seguente vennero ufficialmente riconosciute presso il vescovado di Novara, come testimoniato dal relativo atto. L’ufficiale accoglienza del corposanto avvenne però il 10 ottobre del 1694, nella cornice di una cerimonia solenne che restò memorabile nella storia del borgo e di tutta la riviera cusiana. Di questo avvenimento resta una dettagliata descrizione grazie ad una cronaca redatta da Francesco Onofrio Cotta, figlio del più celebre storiografo Lazzaro Agostino, pubblicata quello stesso anno a Milano e conservata in manoscritto presso il fondo archivistico Molli della Fondazione Marazza di Borgomanero. All’interno della cronaca sono anche trascritte le diverse iscrizioni in lingua latina che vennero approntate lungo il percorso e nei luoghi di sosta per celebrare l’evento, onorare la gloria del martire ed invocarne l’intercessione a favore del popolo di Ameno.

Per accogliere la sacra spoglia venne rifatto l’altare maggiore della chiesa di San Rocco, con la sistemazione di un’arca, disegnata e realizzata interamente da Giovanni Battista Gualino di Orta, all’interno della quale trovò spazio l’urna che la conteneva, poi sostituita nel 1771. Ogni anno in onore del santo si svolgeva nell’oratorio una festa nella seconda domenica di ottobre, anniversario del primo solenne trasporto, cui seguirono quelli del 19 ottobre 1828, per l’ingresso in parrocchia di don Cesare Bianchi e del 1893 nel secondo centenario dell’arrivo delle sue spoglie.

Nel novembre del 1918, la volta della chiesa purtroppo crollò, fortunatamente risparmiando la preziosa urna ed il suo contenuto. Il corposanto trovò dapprima riparo sull’altare dello Spirito Santo nella chiesa parrocchiale e successivamente nell’oratorio di San Bernardino ove ancora è collocato, sotto la mensa dell’altare del Crocifisso.

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