ASSISTENZA
Elisa Baldo
Elisa Baldo
Elisa Baldo (Gavardo, 1862-1926), proveniva da una famiglia di piccoli commercianti di Gavardo. Dopo essere stata in formazione presso le suore orsoline locali, si sposò, nel 1882, con un ricco commerciante di Brescia, Gaetano Foresti. Ella si dedicò al marito con totale dedizione: “Egli erami dato dal buon Dio ed io contenta e tranquilla gli donai con la mano il mio cuore”. Quindi si trasferì a Brescia. Ma il matrimonio fu presto turbato da una grave sofferenza: Elisa sognava di diventare madre, ma i figli non arrivavano.
A questa privazione si aggiunse un dolore più grande: il marito fu colpito da una grave malattia che lo portò in uno stato di totale infermità. Elisa assistette il congiunto personalmente in casa, a Costalunga, fino alla sua morte, avvenuta il 4 aprile 1891. Dopo soli nove anni di matrimonio, la sposa Baldo rimase vedova, non ancora trentenne. Ritornò a Gavardo, nella casa natale, avuta in eredità. Ebbe occasione di incontrare p. Giovanni Piamarta, il fondatore degli Artigianelli di Brescia, oggi santo, che prese come suo direttore spirituale. Baldo riprese coraggio ed ebbe l’idea di formare una famiglia in una nuova dimensione, fatta di ammalati, bisognosi e fanciulle.
Dopo essersi consigliata con Piamarta e l’arciprete di Gavardo, don Andrea Silvestri, costruì una nuova casa per la sua opera dedicata a S. Giuseppe e fu inaugurata il 4 aprile 1898.
La casa si riempì di ammalate, accolse anche orfane e l’oratorio femminile della parrocchia, per l’attività di catechismo, intrattenimento e teatro.
Sotto la guida della Baldo, chiamata la “Siùra Lisa”, le attività si moltiplicarono, anche con l’apporto di consorelle che si univano in comunità. Baldo aderì al desiderio del Piamarta di impiegare le consorelle di Gavardo anche nell’istituto degli Artigianelli. Alla morte del Pimarta (1913), il vescovo di Brescia, mons. Gaggia, vigilò sul cammino delle consorelle, fino alla loro approvazione canonica, avventa nel 1924, con il nome di Umili Serve del Signore. L’impronta di assistenza della Baldo è segnata da intenzioni di premurosa maternità, la quale non si era potuta realizzare nella vita matrimoniale. Nel discorso di inaugurazione della statua di S. Giuseppe nella casa di Gavardo (1921), Baldo notava: “Qui è proprio il caso di dire “Egli, la donna sterile fa ricca di figliolanza”. Posso contare a centinaia i figliuoli de’ quali mi devo chiamar madre. E questo mi fa beata!”
Baldo ebbe appena il tempo di vedere coronato il suo lavoro con l’approvazione della Chiesa, perché si spense poco dopo, il 4 luglio 1926. È stata dichiarata venerabile il 16 marzo 2015 da papa Francesco.
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