L'antica chiesa di San Rocco
Il prospetto della chiesa: una possibile ricostruzione
Il prospetto della chiesa: una possibile ricostruzione
Abbiamo voluto ripercorrere le principali vicende, che hanno fortemente cambiato l’aspetto e la struttura dell’antica chiesa, cercando di risalire per quanto possibile al suo aspetto originario. Si tratta di un lavoro ancora in corso, curato dall’ingegnere Michele Giacalone e dall’archeologo Paolo Barresi, di cui anticipiamo qui alcuni risultati provvisori.
Possediamo poche informazioni relative alla costruzione del complesso conventuale, fondato nel 1589 da Padre Michele Burgio; nel 1770 la chiesa venne però riedificata con un progetto dovuto all’architetto Don Paolo Rizzo, allievo del noto architetto trapanese G.B. Amico, venendo allora dotata di 12 colonne tuscaniche (sei per parte) con piedistallo, sumerotto (pulvino) e fusto in “pietra palazzo” (da cave presso la città), nonché basi e capitelli in marmo rosso di Contorrano, cavato presso San Vito Lo Capo.
Dopo aver subito varie modifiche nel tempo, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, che ne stravolsero completamente la struttura interna, i bombardamenti del 1943 lasciarono il segno sull’edificio, che nella ricostruzione postbellica venne separato dall’area del convento mediante una nuova strada, via Carlo Guida: in questa occasione fu purtroppo demolita l’abside della chiesa assieme all’intero convento, sulla cui area venne costruito l’edificio dell’Archivio di Stato.
L’immobile, catastalmente è inserito nel Foglio di Mappa 302 del Comune di Trapani particella 216.
L’area di pertinenza dell’intero complesso conventuale, probabilmente ricadeva all’interno della Particella 215, oggi sede dell’ex Archivio di Stato. Le due particelle 216 e 215 erano fuse in una sola e unica delimitazione catastale e non esisteva la via C. Guida, realizzata successivamente e che di fatto ha diviso le due aree.
L’ipotesi della ricostruzione planimetrica qui proposta si basa sul confronto con le mappe catastali storiche custodite presso l’Archivio di Stato di Trapani, con la “Pianta dei canali idraulici di Trapani” del 1800, presso il Comune, e con la “Pianta della città e del Porto di Trapani” del 1838, custodita presso la Biblioteca Fardelliana.
Il tempio originario doveva presentare un allineamento del lato lungo sulla odierna Via San Francesco, e le due navate laterali dovevano essere speculari. Tuttavia, sia nelle planimetrie dell’800, sia nella conformazione attuale, l’impianto presenta un ampliamento verso il lato Nord, che probabilmente risale già ai lavori di ristrutturazione effettuati nel 1770.
Per la ricostruzione volumetrica, un importante supporto è stato dato dallo studio degli spazi e dei volumi raffigurati nell’”Architetto Prattico”, opera di G.B. Amico, che fu maestro del sacerdote Don Paolo Rizzo, autore del progetto del 1770, oltre alle fonti archivistiche: per la ricostruzione del prospetto principale sul lato Est, con i due campanili e l’orologio, fondamentali sono state le ricerche condotte presso l’Archivio di Stato di Trapani, dove risulta custodito l’Atto di compravendita per Lire 200 dell’orologio e delle due campane in bronzo.
Le due torri campanarie probabilmente trovavano la loro collocazione ai lati opposti del prospetto Est: si ipotizza che tali torri dovessero ergersi fino a sotto la cornice perimetrale esistente della fabbrica, ancora oggi in parte visibile.
Si ritiene inoltre che l’abside, oggi non più esistente, si trovasse o subito sotto, o ancora al di là dell’odierna via C. Guida. La chiesa, verosimilmente, presentava nella navata principale una volta a botte in stucco, che nascondeva un tetto a capriate in legno, coperto da tegole. Gli altari laterali, comunicanti tra loro, invece, avrebbero potuto presentare una copertura a padiglioni (volte a crociera) sormontati da travi in legno e tegole di copertura.
Nella rappresentazione grafica si è cercato quanto più possibile di non lasciare spazio a invenzioni artistiche, che se da un lato avrebbero reso più piacevole il disegno, dall’altro avrebbero potuto rendere meno chiara la ricostruzione. Sono state lasciate le due nicchie presenti nel prospetto esistente, oggi riempite da iscrizioni ottocentesche, poiché riteniamo potessero riprendere la collocazione di nicchie che, nella chiesa del ‘700, potevano alloggiare delle statue di Santi. Sono state volutamente tolte le bugnature regolari della muratura, non essendo certa la loro preesistenza al momento della trasformazione in Ufficio Postale.
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