La Parola: Gli amboni della Cattedrale di Salerno
Gli amboni romanici in Campania
Gli amboni romanici in Campania
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Gli amboni della Cattedrale di Salerno, per loro genesi storica, si vanno ad inserire nell’ambito artistico tipico del periodo normanno – svevo in Campania e nel Meridione d’Italia. Un momento artistico particolarmente culturalmente ricco con ampi riflessi nelle arti. Il luogo della proclamazione della Parola vede un largo utilizzo dell’ambone. Quasi tutte le cattedrali e chiese abbaziali dovevano averne almeno uno. Le modalità diverse di celebrare l’Eucaristia nel corso dei secoli, oltre alle evidenti voglie di “ammodernare” gli edifici cultuali secondo i gusti artistici del momento, hanno favorito un loro smembramento e riutilizzo in diversi arredi.
In Campania sono ancora presenti diversi amboni del periodo medievale. Alcuni hanno forme molto simili alle origini, ma con alterazioni dovute maggiormente a smontaggi e rimontaggi. Tra quelli del periodo “salernitano” vi sono: Calvi Risorta, Caserta vecchia, Cava de’ Tirreni, Ravello, Sant’Angelo in Formis, Sessa Aurunca, Teano e Teggiano. A questi vanno aggiunti quelli oramai smembrati di Amalfi, Benevento e Capua.
Tranne l’ambone “piccolo” di Ravello, le forme a pianta quadrata, oppure rettangolare, poggiante su colonnine è predominante. Ampio l’utilizzo del mosaico che va ad alternarsi con le sculture. La simbologia rimanda alla Resurrezione di Gesù Cristo così come i candelabri per i ceri pasquali ricordano la veglia pasquale e la proclamazione dell’Exultet.
Per ognuno di questi amboni si riporta una sintetica scheda:
L’ambone fu ultimato attorno al 1080 e prende il nome dal committente, ovvero il vescovo Romualdo II Guarna. Le quattro colonnine con capitelli figurati sostengono gli archetti su cui si poggiano i plutei mosaicati. Le sculture a bassorilievo raffigurano profeti e gli evangelisti. Evidente è la non omogeneità stilistica dovuta ad un utilizzo di pezzi provenienti dal coro medievale.
Costruito alla seconda metà del secolo XII, questo secondo ambone salernitano presenta forme più monumentali. Dodici colonnine sostengono i plutei mosaicati a pasta vitrea. Accanto all’ambone, caratterizzato da due lettorini con le sculture dei due diaconi e di San Giovanni con l’aquila ed il serpente, vi è il candelabro per il cero pasquale.
L’attuale ambone, costruito nel secolo XII e riutilizzato come pulpito per la predicazione, è costituito da una lastra mosaicata poggiante su due colonnine aventi come basi figure leonine. Interessanti sono le fenici riprodotte nel pluteo mosaicato a motivi geometrici.
- Caserta
L’ambone è stato oggetto di diversi rimaneggiamenti che, verosimilmente, hanno alterato le sue forme. A base rettangolare, le quattro colonnine sostengono i plutei a mosaico prevalentemente a motivi geometrici. I motivi iconografici e formali dei capitelli rimandano a quelli dell’ambone di Sessa Aurunca.
- Cava dei Tirreni
Il committente dell’ambone fu l’abate Marino alla metà del secolo XII. A pianta quadrangolare, poggia su quattro colonnine tortili aventi come basi dei leoni. Il lettorino presenta la scultura raffigurante San Giovanni che sorregge il libro con l’aquila. Su lato vi è il candelabro per il cero pasquale formato da una colonna tortile anch’essa mosaicata.
- Ravello, Duomo
Il piccolo ambone risale alla prima metà del sec. XII. E’ caratterizzato dai due mosaici con Giona inghiottito e che esce dal ventre del pistrice, simbologia che rimanda alla resurrezione del Cristo. Al centro del lettorino la figura acefala dell’evangelista Giovanni.
- Ravello, Duomo
L’ambone, realizzato da Nicola Bartolomeo da Foggia, risale al 1272 su committenza di Nicola Rufolo. A pianta rettangolare, poggi su sei colonnine tortili mosaicate aventi come basi figure leonine. I plutei sono interamente mosaicati. Al centro del lettorino la scultura raffigurarne l’aquila.
- Ravello, Chiesa di San Giovanni a Toro
Realizzato sul finire del secolo XII, l’ambone presenta affinità con quello Guarna di Salerno. I plutei sono tutti mosaicati ed arricchiti da motivi decorativi fitomorfi a cui si aggiungono figure umane ed animali. L’evangelista Giovanni sorregge il libro stretto dagli artigli dell’aquila.
L’attuale ambone è il risultato di evidenti assemblaggi di pezzi medievali e moderni. Tra i probabili elementi originari vi è l’aquila che tiene il libro del Vangelo con i suoi artigli.
Inquadrabile cronologicamente tra la fine del sec. XII e gli inizi del XIII, l’ambone conserva prevalentemente le sue forme originarie. Plutei mosaicati si alternano a bassorilievi raffiguranti motivi vegetali ed umani. Accanto vi è il candelabro per il cero pasquale con l’interessante base a bassorilievo.
Il composito ambone ha un impianto d’inizio Duecento. Le lastre marmoree della cassa appartenevano ad un monumento funebre trecentesco. Gli archetti della cassa sono a mosaico ed, insieme ai bassorilievi, richiamo quelli di Sessa.
L’ambone, opera di Melchiorre da Montalbano, risale al 1271. E’ sorretto da quattro colonne con capitelli d’iconografia diversa. Sui plutei della cassa sono raffigurati i simboli degli evangelisti. Il lettorino è sorretto da una quinta colonnina con un leone alla base.
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